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Aragona: Aspettando i Magi, gli scatti raccontano il presepe

Non c’è dubbio, quello appena trascorso è stato il Natale dei presepi.

In ogni angolo di strada, luoghi aperti e chiusi, edifici pubblici e privati hanno ospitato una delle ricostruzioni bibliche più famose al mondo. Spazio alla creatività, e allora i materiali più poveri, di risulta, riciclati o tradizionali hanno reso i presepi luoghi dal fascino senza tempo, capaci di emozionare e risvegliare in molti barlumi di una fede intorpidita dagli aspetti consumistici e profani dei natali proposti negli ultimi decenni.

In alcuni casi il loro fascino è riuscito a mettere in secondo piano persino Babbo Natale, aggregando con canti tradizionali, nenie e novene anche i visitatori più scettici.

Ma il 2015 ha visto, inoltre, il proliferare dei presepi viventi, che puntano sul coinvolgimento personale delle comparse e dei loro familiari per ricreare le scene di vita quotidiana più suggestive della notte santa.

Anche al CAV di Aragona il presepe è stato protagonista indiscusso, meta sino al 24 dicembre di centinaia di visitatori.

Quello del Centro di Aiuto alla Vita è un presepe artistico in stile arabo-palestinese, del giovane Carmelo Sciortino, che ha saputo fare della sua passione una vera e propria forma d’arte. Sciortino, infatti, con dovizia di dettagli ricostruisce nei suoi presepi l’architettura, l’ambientazione e i personaggi dei primi anni dopo Cristo, riuscendo ad animare scene di vita dal significato specifico. Così, per esempio, il palazzo di Erode diventa il simbolo della malvagità e dell’invidia, l’acqua che sgorga dalla cascata purificazione e vita nuova, il fuoco la capacità che ha l’uomo di costruire, mentre i Re Magi incarnano i diversi stadi della vita umana.

Tanta magia, dovizia di dettagli e suggestione non potevano certamente sfuggire a Peppe Cumbo, fotografo di professione, che con la sua macchina fotografica riesce sempre a cogliere prospettive e immagini inedite, regalando emozioni nuove a chi pensa di avere giù visto tutto.

Cumbo ha così ricostruito attraverso i suoi personali fotogrammi il presepe di Sciortino, amplificandone la magia e sottolineandone dettagli nascosti.

La sua documentazione diventa un nuovo modo di osservare e stupire con le immagini, arte che legge l’arte insomma.

Pertanto chi si reca al CAV per visitare il presepe non può osservare il primo senza soffermarsi sui fotogrammi del secondo. È come se le scene dell’uno prendessero vita dall’altro e viceversa.

Del resto entrambe le rappresentazioni raccontano qualcosa di magico, che viene alimentato tutte le volte che ciascuno di noi guarda con gli occhi di un bambino il miracolo di Betlemme.

La visita al presepe del CAV di Aragona sarà aperta al pubblico sino al 6 gennaio, giorno dell’arrivo dei Magi e della rappresentazione finale del presepe vivente.

È ovvio che ad aspettare grandi e piccini ci sarà anche una bellissima Befana carica di doni.

                                                                                                             Valeria Iannuzzo

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