Akragas: 4 mesi di inibizione per Silvio Alessi, 2 mesi a Luigi Campoccia, 2 punti di penalizzazione, e 3.000 euro di ammenda
La società S.S. Akragas apprende con profonda amarezza la decisione del Tribunale Federale Nazionale di adottare i provvedimenti disciplinari in accoglimento del deferimento da parte della Procura Federale. Tale provvedimento ha comportato l’inibizione per quattro mesi del Presidente del Consiglio di Amministrazione Silvio Alessi, due mesi di inibizione per il dott. Luigi Campoccia nella qualità di ex revisore della società, di due punti di penalizzazione in classifica e di euro 3.000 di ammenda.
In merito ai fatti contestati si riportano le dichiarazioni del dott. Campoccia.
“Ci sembra doveroso sottolineare, che i fatti accaduti si riferiscono al mancato pagamento di due mensilità (mesi di settembre e ottobre 2015 ) ad un collaboratore tecnico della società. Rimaniamo fermamente convinti, con riguardo al periodo in questione, che nessun emolumento doveva essere corrisposto al collaboratore tecnico e conseguentemente non esistono irregolarità sul merito delle dichiarazioni sottoscritte in tema e emolumenti e contributi. La nostra convinzione nasce da semplice motivo che lo stesso collaboratore ha firmato, davanti alle organizzazioni sindacali, un documento con il quale dichiara che tali retribuzioni non erano dovute. Come è del tutto ovvio tali argomentazioni sono state puntualmente documentate al Tribunale Federale che, a nostro avviso, non tenendone conto, si sostituisce addirittura alla volontà del soggetto interessato cioè il collaboratore, il quale ha espressamente chiarito che nulla è dovuto dalla società. Tutto ciò appare davvero incredibile.
Spiace constatare che la società Akragas, i suoi tifosi e gli sportivi della città di Agrigento, siano ancora una volta mortificati da tali decisioni, che possano compromettere gravemente il virtuoso cammino intrapreso con tanta fatica, sia attraverso i meravigliosi risultati sportivi fino ad oggi raggiunti dalla squadra e dal tecnico, sia con l’enorme sforzo profuso dalla società, dallo staff tecnico e dirigenziale per permettere il mantenimento della categoria. Riteniamo che il nostro agire sia conforme alle previsioni normative e soprattutto in assoluta buona fede e trasparenza, ragione per cui, avverso il provvedimento del Tribunale Federale proporremo ricorso alla Corte Federale di Appello, nella viva speranza che la Corte interpreti meglio la documentazione agli atti e le motivazioni da noi asserite”.