Il povero giovane era legato al telaio del letto con una catena di non più di un metro che gli consentiva a mala pena di poggiare i piedi a terra. I Carabinieri si sono subito preoccupati di rassicurare lo sfortunato, dandogli attenzioni, affetto ed accarezzandolo. Lui ha addirittura aiutato i militari ad aprire i lucchetti. Si è alzato in piedi e ha ringraziato i Carabinieri. Questo l’epilogo di una tristissima e bruttissima vicenda, conclusasi con la piena conferma investigativa di quanto sospettato avvenisse all’interno di quella casa. Si, perché gli investigatori dell’Arma, per confutare quanto avevano intuito, hanno fatto ricorso anche ad attività tecniche istallando cimici nell’abitazione. Avuta conferma del grave reato che si stava consumando, su disposizione del Pubblico Ministero, D.ssa Gloria Andreoli, titolare dell’indagine, è stata fatta irruzione, interrompendo questa barbara condotta messa in atto dai due tutori. Alle 16.00 di sabato scorso, questo sfortunato ragazzo, è stato liberato e condotto in un centro specializzato per le dovute cure e l’assistenza necessaria. Per i suoi parenti, V.A. 53enne e V.A. 52enne, si sono invece aperte le porte del carcere Di Lorenzo di Agrigento con la gravissima accusa di maltrattamenti in famiglia e di sequestro di persona, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto, su cui si pronuncerà il GIP, a seguito della richiesta avanzata dalla Procura di Agrigento. Si è trattato di un’operazione che ha segnato molto anche i Carabinieri che si sono sentiti animati da una forte energia, derivante dalla rabbia e da un forte sentimento di affetto nei confronti di quel ragazzo più sfortunato. I militari, infatti, hanno fatto una colletta e lo stanno andando a trovare.