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Lampedusa, barca con 350 immigrati arriva in porto

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Un barcone con oltre 350 immigrati siriani, eritrei e somali, tra cui oltre 110 donne e una trentina di bambini è giunto stamattina alle 5.30 nel porto di Lampedusa (Ag), sfuggendo ai controlli dell’operazione Mare nostrum. I profughi sono stati accolti da militari dell’esercito, impiegato nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure”. Il barcone che trasportava gli immigrati di origine sub sahariana e siriana ha attraccato al molo di commerciale, dove i soldati, tra cui due mediatori culturali, hanno contribuito all’ accoglienza e soccorso. I profughi sono stati portati al centro d’accoglienza di contrada Imbriacola dove già erano ospitati 200 extracomunitari.

Un altro gruppo, di 94 migranti, è stato soccorso dalle motovedette della Capitaneria di porto sottocosta a Lampedusa (Ag). Al porto approderanno dopo mezzogiorno.

GIUNTI A POZZALLO (RAGUSA) 251 IMMIGRATI – Sono giunti a Pozzallo (Ragusa) questa mattina i migranti soccorsi dalla nave ‘Peluso’ della Guardia Costiera, erano a bordo di un barcone di legno di 18 metri a 40 miglia da Tripoli. Di nazionalità siriana e nigeriana i profughi sono 251 di cui 224 uomini, 25 donne e 2 minori. Tre donne in gravidanza sono state trasferite nella divisione di Ginecologia dell’Ospedale di Modica per accertamenti.

LANCIA ALLARME NAUFRAGIO, ORA NON RISPONDE PIU’ – Da diverse ore non risponde più al telefono un giovane etiope che ieri sera aveva lanciato un disperato appello alla madre, dicendo di trovarsi a bordo di un barcone che stava affondando fuori dalle acque territoriali italiane al largo delle coste siciliane. La vicenda è stata raccontata dalla madre, che vive a Bolzano. La donna, che ha quattro figli e che vive in una struttura protetta lavorando saltuariamente, ieri aveva lanciato l’allarme. Il figlio diciottenne – così riferisce la donna – che era detenuto in un campo profughi in Libia era riuscito a fuggire imbarcandosi alla volta dell’Italia. Alcune ore dopo che la sua imbarcazione era salpata, il drammatico appello alla madre, che si era messa in contatto con la Caritas e con la Questura di Bolzano, che a sua volta aveva avvertito la Guardia costiera di Lampedusa. Le ricerche subito avviate avevano permesso di stabilire che il barcone segnalato dalla donna era partito da Tripoli e stava navigando verso l’Italia.

La Redazione

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