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FAVARA: Non dovranno restituire centoventimila euro ricevuti a titolo di aiuto insediamento giovani in agricoltura.  CGA annulla l’informativa antimafia a carica di società agricola

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Tar 04A seguito della presentazione di apposita istanza di finanziamento la società agricola Gasena con sede in Favara veniva ammessa alle agevolazioni di cui alla misura 112 Pacchetto Giovani e Misura Collegata 121 previste dalla stessa campagna di aiuti finanziari. Esaminata la documentazione a corredo dell’istanza ed effettuate tutte le verifiche di rito l’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Agrigento ammetteva la Gasena ai contributi, provvedendo altresì all’erogazione dei premi di primo insediamento plurimo per un importo di quarantamila euro per ciascuno dei tre soci. A seguito dell’erogazione del contributo di primo insediamento venivano avviati immediatamente i lavori di cui al programma di finanziamento convenuto, avviando con profitto l’attività d’impresa. Nondimeno, oltre un anno dopo l’avvio dei lavori, l’Ispettorato del Lavoro comunicava di avere sospeso la contribuzione prevista, nonchè di avere avviato un procedimento di revoca delle provvidenze già assentite e di ripetizione dei premi erogati; e ciò in ragione dei contenuti di un’informativa prefettizia , laddove veniva paventato tra l’altro  il rischio di infiltrazione mafiosa per effetto di un mero legame parentale dei soci della società agricola Gasena con uno zio ucciso nel 2003 a seguito  di un agguato di stampo mafioso. Con apposita memoria procedimentale la società Gasena invitava l’Ispettorato a voler adottare tutti gli atti necessari all’archiviazione del procedimento di revoca ed al riavvio dell’iter agevolativo previsto per il tramite dell’accreditamento del primo stato di avanzamento del finanziamento. A conclusione del procedimento l’Ispettorato adottava un provvedimento di revoca del finanziamento e di contestuale intimazione di ripetizione delle somme erogate a titolo di primo insediamento plurimo ai soci della società agricola Gasena; a fronte di tali provvedimenti, gravemente lesivi, la società agricola Gasena ha proposto un ricorso giurisdizionale davanti agli organi di giustizia amministrativa, con il patrocinio degli Avvocati Girolamo Rubino, Lucia Alfieri e Francesco Buscaglia, lamentando svariate forme di eccesso di potere. In particolare gli Avvocati Rubino, Alfieri e Buscaglia hanno sostenuto che tutti i fatti rassegnati dalle forze di polizia ruotavano essenzialmente sul legame parentale intercorrente tra i soci della Gasena ed il Sig. Milioti Giovanni, titolare della socetà Mosedil, raggiunta da un’informativa prefettizia interdittiva; e che tutte le altre circostanze fattuali richiamate si fondavano sui legami familiari di Giovanni Milioti e dei suoi figli con Carmelo Milioti, morto in un agguato mafioso e ritenuto un affiliato della malavita organizzata. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la regione siciliana in via istruttoria ha emesso un’ordinanza, chiedendo alla Prefettura di Agrigento una relazione su tre circostanze, segnatamente: sulla rilevanza attribuita al decreto della Corte d’Appello di Palermo, Sezione Quinta Penale, con cui è stato disposto il non farsi luogo all’applicazione di una misura di prevenzione a carico di Milioti Giovanni; alla valutazione dell’archiviazione richiesta dal pubblico ministero per l’imputazione di cui all’articolo 416 bis nei confronti del sig. Milioti Giovanni nell’ambito dell’operazione di polizia denominata Akragas 2; ed alla rilevanza attribuita alla precedente sentenza con cui il  CGA, in accoglimento di un ricorso patrocinato dagli Avvocati Rubino e Alfieri, aveva annullato l’informativa interdittiva a carico della società Mosedil srl in persona del legale rappresentante Milioti Giovanni. Ottenuti i chiarimenti richiesti il CGA ha ritenuto fondate le censure formulate dagli Avvocati Rubino, Alfieri e Buscaglia,  , sottolineando che i soci della Gasena sono tre giovani laureati che hanno deciso di dedicarsi all’agricoltura, e che negli ordinamenti democratici vi è l’ineludibile esigenza di rispettare le scelte che denotano opzioni per un’attività onesta, da parte di soggetti che non debbono ad ogni costo pagare lo scotto di una provenienza da famiglia i cui membri sono sospettati di appartenere ad organizzazioni malavitose. Per effetto della sentenza resa dal Cga i soci della Gasena non dovranno restituire i premi di primo insediamento percepiti in misura pari a quarantamila euro da parte di ciascuno  dei tre soci mentre l’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Agrigento dovrà erogare la restante parte della spesa complessiva prevista, ammontante ad euro trecentomila.

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