Precari: Asu che svolgono attività socialmente utili presso Comuni, sospesi a tempo indeterminato. Ad Aragona saranno 22 i lavoratori sospesi
Sono stati sospesi circa 6.000 lavoratori ASU del fondo Nazionale per le politiche sociali, in forza in tutta la regione Sicilia, che per conto della Regione svolgono attività socialmente utili presso Comuni, beni culturali e Asp, sono stati sospesi dagli uffici per un problema finanziario e burocratico. Stop dunque all’assegno mensile senza una data precisa sul rientro.
Questo bacino conta in tutto circa 6 mila contrattisti che percepiscono poco meno di 600 euro al mese. Se la maggior parte di loro è a carico della Regione, duemila fanno parte invece di un Fondo nazionale pagato dal ministero del Lavoro. Dunque la Regione incassa le somme in virtù di una convenzione e paga l’Inps. Ma l’accordo col ministero è scaduto il 31 dicembre scorso e non è stato rinnovato per cause da accertare. Così la dirigente generale Maria Antonietta Bullara ha sospeso i duemila precari a carico del ministero in attesa del rinnovo dell’accordo, non avendo la Regione le risorse da anticipare.
Ad Aragona, in provincia di Agrigento, con un flusso di 9.857 abitanti circa, da questa mattina, 22 lavoratori, in forza presso il Comune, sono stati a casa, con una sospensione a tempo indeterminato. Molti di questi lavoratori, gestivano il trasporto ai disabili e alle scuole per bambini con problemi di disabilità. Il Sindaco di Aragona, Salvatore Parello, in una nota stampa ci riferisce che “in questo momento, tale sospensione sta causando notevoli disagi e disservizi in favore della comunità”. – e continua – “Spera che tutto questa disavventura, si colma il più presto possibile in modo tale da rientrare nelle normalità”. – e conclude – “Domani mattina, mi recherò presso l’Assessorato Regionale di Palermo assieme al Sindaco di Ribera, Carmelo Pace per rappresentare le difficoltà che stà vivendo il territorio agrigentino ed in particolare quello aragonese e riberese, e per rappresentare altresì che i soggetti impegnati in attività di socialmente utili nella quasi totalità vivono quotidianamente con questa unica risorsa economica”.