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Il 23 maggio l’elezione del presidente del CEI. Si fa il nome anche di Montenegro

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Martedì 23 maggio, nel secondo giorno dell’annuale assemblea generale della Cei in Vaticano, i vescovi italiani, per la prima volta nella storia, voteranno la terna all’interno della quale Papa Francesco sceglierà il successore del cardinale Angelo Bagnasco. Tre candidati per una sola poltrona. Fino a oggi è sempre stato il vescovo di Roma, in quanto primate d’Italia, a nominare il presidente della Cei a differenza di quel che avviene in tutti gli episcopati del mondo. Con l’avvento di Francesco sul soglio di Pietro, il Papa latinoamericano, che a Buenos Aires ha ricoperto il ruolo di presidente della Conferenza Episcopale Argentina, ha subito chiesto ai vescovi italiani di modificare lo statuto della Cei introducendo l’elezione diretta del loro massimo rappresentante.

Indicazione, però, accolta soltanto in parte preferendo eleggere una terna di vescovi diocesani da affidare al Papa perché scelga sempre lui poi alla fine il presidente. Per poter accedere alla terna è necessario ottenere la maggioranza assoluta dei voti, ovvero il 50 per cento più uno. Esclusi dall’elezione il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, e tutti i vescovi ausiliari. Il primo paragrafo dell’articolo 26 dello Statuto della Conferenza Episcopale Italiana relativo alla nomina del presidente, modificato durante l’assemblea generale del maggio 2014, infatti recita: “In considerazione dei particolari vincoli dell’episcopato d’Italia con il Papa, vescovo di Roma, la nomina del presidente della conferenza è riservata al Sommo Pontefice, su proposta dell’assemblea generale che elegge, a maggioranza assoluta, una terna di vescovi diocesani”.

“L’incontro del Santo Padre con i vescovi delle Chiese che sono in Italia – si legge nel comunicato della Cei – apre lunedì 22 maggio, alle 16.30 (diretta su Tv2000 e chiesacattolica.it), la 70esima assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana. I lavori assembleari si svolgono in Vaticano nell’Aula del Sinodo. Dopo il saluto del cardinal presidente, il Santo Padre offrirà una breve introduzione, aprendo così il dialogo (riservato) con i vescovi. Papa Francesco consegnerà un testo scritto che sarà inviato anche ai media. Alla prima parte dell’incontro – come alla relazione che il cardinale Bagnasco terrà martedì 23, alle 9.15 – sono ammessi anche i giornalisti. Martedì 23 – prosegue la nota – i vescovi procederanno all’elezione della terna relativa alla nomina del presidente della Cei. Si confronteranno, quindi, sul tema principale di questa assemblea: Giovani, per un incontro di fede. Tra gli altri argomenti all’ordine del giorno, il cammino di preparazione verso la prossima Settimana Sociale (Cagliari, 26-29 ottobre 2017), le norme circa il regime amministrativo dei tribunali ecclesiastici in Italia e una serie di adempimenti di carattere giuridico-amministrativo. Mercoledì 24, alle 8.30, i vescovi concelebreranno l’Eucarestia nella Basilica di San Pietro. Giovedì 25, alle 13.30, nell’atrio dell’Aula Paolo VI si svolgerà la conferenza stampa conclusiva”.

Per la presidenza della Cei il Papa sembra avere le idee molto chiare da diversi mesi. E’ abbastanza nota, infatti, la stima che egli nutre verso il cardinale di Perugia-Città della Pieve, Gualtiero Bassetti, a cui proprio Bergoglio, nel suo primo concistoro, ha imposto la berretta rossa con un gesto sorprendente anche se non inedito per la diocesi umbra. Quando fu eletto Papa, infatti, nel 1878, Leone XIII era proprio cardinale di Perugia. Dovrebbe essere proprio Bassetti ad aprire la terna per la presidenza della Cei che verrà presentata a Francesco. Dallo staff di Bergoglio trapela che il Papa sarebbe intenzionato a comunicare subito, martedì stesso, il nome del successore di Bagnasco senza attendere la fine dell’assemblea generale in modo da avviare subito il cambio della guardia.

Poco importa al Pontefice se il porporato nativo di Popolano di Marradi, un paesino di poco più di 3mila anime nella provincia di Firenze, ha compiuto, il 7 aprile scorso, 75 anni, ovvero l’età canonica delle dimissioni. La stima che Francesco nutre per Bassetti insieme alla profonda sintonia di vedute sulla missione che la Chiesa deve svolgere nel mondo contemporaneo sono assai ben note da molto tempo. A Bassetti il Papa ha affidato le meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo del 2016 e lo ha scelto proprio al posto di Bagnasco tra i membri della Congregazione per i vescovi. Un ruolo fondamentale per la scelta dei presuli italiani e non solo.

Gli altri nomi in pole position per la terna sono il cardinale di Firenze Giuseppe Betori, che però non sarebbe gradito a Bergoglio anche per il suo passato accanto all’ex presidente della Cei Camillo Ruini, e il vescovo di Novara e attuale vicepresidente della Conferenza episcopale italiana per il Nord, monsignor Franco Giulio Brambilla, che non ha per nulla digerito la recente creazione cardinalizia del suo diretto predecessore, Renato Corti.  C’è chi ipotizza anche degli outsider come l’arcivescovo di Bologna, monsignor Matteo Maria Zuppi, il vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro, che è anche il segretario del C9, il Consiglio di cardinali che aiuta il Papa nel governo della Chiesa universale e nella riforma della Curia romana. E si fanno anche i nomi del cardinale di Agrigento, Francesco Montenegro, e di monsignor Mario Meini, vescovo di Fiesole e vicepresidente della Cei per il Centro. L’assemblea generale dovrà eleggere anche il nuovo vicepresidente della Cei per il Sud visto che il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, ha completato il suo quinquennio. Dopo la presidenza della Conferenza Episcopale Italiana toccherà al vicariato di Roma ed è molto probabile che la nomina del successore del cardinale Agostino Vallini non tarderà ad arrivare.

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