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CROCETTA TER? SUFFICIENTE MA GIUDICHEREMO DAI FATTI

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12:00 – Così Milazzo a Italpress. Una conversazione a tutto tondo: dall’indebitamento allo sviluppo, dall’esercizio provvisorio alla Consulta, da Grifa ai nodi irrisolti delle addizionali. E sui rifiuti: “Siamo preoccupati che l’Isola diventi una pattumiera”

“Al governo Crocetta darei la sufficienza appena. Fino ad oggi ha fatto delle cose buone come la lotta alla corruzione, altre meno buone o discutibili. Ma dopo due anni è lecito chiedersi quale mission di sviluppo abbia la Regione. Quali sono i filoni trainanti su cui punta?”. Così il neo-segretario regionale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, nel corso di un forum tenutosi stamani all’agenzia di stampa Italpress, a Palermo. “Adesso bisogna traghettare la Sicilia verso un nuovo modello di sviluppo e creare lavoro, non si possono costringere i giovani ad andar via. Bisogna creare le condizioni per rendere attrattiva la nostra Regione”, ha affermato Milazzo. Una bocciatura parziale dei due anni del governo Crocetta? “Io parto del principio che con i governi bisogna discutere. Si è insediato un nuovo esecutivo e un’apertura di credito dobbiamo farla. Il Crocetta ter – ha aggiunto – lo giudichiamo sufficiente per la caratura dei tecnici ma ora lo dobbiamo mettere alla prova dei fatti. Può essere che il giudizio diventi negativo tra qualche settimana. Noi auspichiamo – ha insistito il segretario Cisl – che venga fatta chiarezza sui conti dell’amministrazione regionale, sulla sua sostenibilità e credibilità e sulla programmazione dei fondi europei, cose chieste dalla Cisl in questi anni senza alcun esito, da qui il giudizio negativo espresso dal sindacato”.

Sulla possibilità che anche quest’anno Palazzo d’Orleans faccia ricorso alla gestione della spesa in dodicesimi, Milazzo ha ricordato di aver sempre ritenuto “negativo, personalmente, il ricorso all’esercizio provvisorio, un’impostazione che nell’ultimo decennio si sono dati tutti i governi regionali. Il bilancio viene approvato sistematicamente a maggio e i comuni siciliani non sono nelle condizioni di fare un proprio bilancio”, ha lamentato il rappresentante Cisl. “Bisogna invertire questa tendenza – ha rimarcato – e redigere il bilancio definitivo della Regione tra dicembre e gennaio, se si continua invece a seguire questa anomalia sarà una iattura. Si arriverà a consuntivo e si dovranno far quadrare i conti e per far questo si userà ancora la leva fiscale”, ha denunciato Milazzo che, a proposito dello stop al controllo preventivo del Commissario dello Stato sulle leggi dell’Ars, stabilito nei giorni scorsi dalla Consulta, ha aggiunto che “tutti abbiamo salutato positivamente la decisione della Corte costituzionale. Ma credo che l’Ars non sia attrezzata in maniera ottimale per il controllo della legittimità delle norme”.

Per Milazzo, “le ultime finanziarie sono state impugnate per mancanza di coperture certe“. Pertanto è opportuno che l’Ars si doti di un ufficio all’altezza del compito. È necessario infatti un cambio culturale, “bisogna che il Parlamento siciliano si abitui ai controlli preventivi di legittimità, altrimenti si rischia di approvare leggi che dopo 60 giorni possono essere impugnate dal governo centrale e nel caso di esecutività delle norme, potrebbero pure scattare sanzioni”.

Sulla formazione professionale, pensiamo sia necessaria una riorganizzazione e rigenerazione”, ha quindi continuato il segretario. “Non si possono però mettere fuori dal sistema produttivo ottomila lavoratori, occorre individuare un percorso di incentivazione all’esodo per chi è vicino alla pensione e riqualificare il restante personale così da far ripartire il sistema. Di certo – ha ripetuto – non si possono gettare sul lastrico i lavoratori”.

Il forum a Italpress si è quindi soffermato sulla questione dei rifiuti. “Noi – con le parole di Milazzo – siamo preoccupati che l’Isola diventi una pattumiera”. In ogni caso, il sistema non si può basare solo su discariche. Per esempio a Bellolampo, per lo smaltimento del percolato, si spendono 25 milioni di euro all’anno. Con adeguati investimenti si potrebbe creare reddito dai rifiuti”. Insomma, “bisogna inserire il ciclo dei rifiuti in un ciclo energetico. Come, dovrà essere il governo regionale a dircelo”.

La discussione si è poi spostata su due emblematiche vicende aziendali: Fincantieri e Grifa. Riguardo allo stabilimento ex Fiat di Termini Imerese, Milazzo ha ricordato che un nuovo incontro si terrà domani pomeriggio alle 18 al ministero dello Sviluppo economico, a Roma, con l’obiettivo di stringere i tempi dell’operazione. Al Mise si incontreranno Regione, Invitalia e organizzazioni sindacali. E verranno illustrate le valutazioni di ministero e Invitalia sul piano industriale e sulle condizioni di finanziamento del progetto. “La cessione del ramo d’azienda a Grifa, che dovrebbe avvenire entro fine anno, consentirebbe alla nuova società di assumere tutti i lavoratori”, ha spiegato Milazzo sottolineando che “noi, da parte nostra, siamo favorevoli affinché si ritorni a produrre auto in Sicilia. Oltretutto l’accordo di programma che prevede investimenti complessivi per 350 milioni crea anche le infrastrutture per ripotenziare il sito e queste risorse possono essere utili per attrarre nuovi investimenti”. Inoltre, “abbiamo chiesto a Fiat – ha informato – un incentivo per l’esodo di alcuni dipendenti vicini alla pensione. Così si libererebbero posti da mettere a disposizione dei lavoratori dell’indotto”.

Su Fincantieri, “i due bacini di 19 mila e 52 mila tonnellate non sono più utili alla luce della nuova mission produttiva decisa dalla società, che ha comunicato a Regione, sindacati e Comune – ha ricordato Milazzo – che nel cantiere navale di Palermo intende costruire piattaforme offshore”. Per far ciò, ci vuole un bacino più grande, ha affermato il segretario. Quindi, “spendere 50 milioni di euro per i due vecchi bacini, è inutile”. Fincantieri ha dato disponibilità a finanziare il progetto, ha puntualizzato Milazzo. Il fatto è che “il governo regionale deve dire chiaramente cosa intende fare: non può dirsi d’accordo prima delle elezioni europee ma poi, fino ad oggi, non assumere alcun atto concreto di revoca dei precedenti bandi”.

LA REDAZIONE

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