Il neo commissario ASP, Mario Zappia, fa visita all’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro
Conoscere il territorio e comprenderne i bisogni avviando, al contempo, un dialogo costruttivo con le autorità civili, militari e religiose della provincia per realizzare una gestione partecipata e condivisa della sanità agrigentina. Questo, in sintesi, il senso di un fitto ciclo di incontri intrapreso dal neo-commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, Mario Zappia, già all’indomani del suo insediamento. Dopo aver completato una ricognizione con visite ripetute presso i cinque presidi ospedalieri ASP ed aver avviato un calendario di appuntamenti anche presso le sedi distrettuali, il commissario Zappia ha inaugurato questa mattina il dialogo con massime autorità locali partendo da un incontro, svoltosi presso la sede vescovile, con l’arcivescovo di Agrigento, card. Francesco Montenegro. In un clima di dialogo cordiale e stimolante, il commissario ASP ha avuto occasione di ricevere da monsignor Montenegro diversi spunti per concretizzare uno dei cardini fondamentali della sua governance ossia la realizzazione di un’assistenza socio-sanitaria che sia autenticamente al servizio del cittadino e calibrata sui bisogni della persona. L’agenda degli incontri prevede un’intensa serie di incontri nei prossimi giorni con la visita al prefetto, ai procuratori della Repubblica di Agrigento e Sciacca, al questore, ai presidenti dei tribunali, alle autorità militari e al sindaco del capoluogo. Avviate le relazioni anche con gli ordini professionali (si è già svolto un colloquio il presidente dell’ordine dei farmacisti mentre è in programma quello con il presidente dell’ordine dei medici) ed il calendario degli incontri con le sigle sindacali. Interessante la decisione del commissario Zappia di “delocalizzare” ciclicamente la Direzione generale ASP prevedendo appuntamenti settimanali presso le sedi dei Distretti ospedalieri AG1 (Agrigento, Licata e Canicattì) e AG2 (Sciacca-Ribera) e ciò al fine di essere maggiormente presente “sul campo” e vicino alle istanze del personale sanitario.