Giornate Fai d’Autunno 2020. Al via l’iniziativa “Un Luogo al giorno”: la Biblioteca Lucchesiana di Agrigento.
Si scaldano i motori per le giornate FAI d’Autunno. Per questo motivo, il Gruppo Fai Giovani e la Delegazione Fai di Agrigento hanno pensato di proporre la rubrica “Un Luogo al giorno”, per presentare la scheda storico – monumentale dei cinque Luoghi che saranno aperti sabato 17 e domenica 18 e sabato 24 e domenica 25 ottobre (orario delle visite: dalle ore 09,00 alle 13,30 e dalle ore 15,30 alle 18,00). Di seguito riportiamo i Luoghi ed i link per prenotare la visita: La Biblioteca Lucchesiana (https://www.fondoambiente.it/luoghi/biblioteca-lucchesiana?gfa)e la Casa museo dei Padri Liguorini (https://www.fondoambiente.it/luoghi/casa_museo-dei-padri-liguorini?gfa) ad Agrigento; il Museo Diocesano (https://www.fondoambiente.it/luoghi/museo-diocesano-aragona?gfa), la Chiesa della Provvidenza (https://www.fondoambiente.it/luoghi/chiesa-della-provvidenza?gfa) e Casa dell’artista Atelier Bellanca (https://www.fondoambiente.it/luoghi/casa-dell-artista-atelier-bellanca?gfa) ad Aragona.
Oggi presentiamo la Biblioteca Lucchesiana, candidata, anche, al decimo censimento “I Luoghi del Cuore”, promosso da FAI. Oggi la Lucchesiana, con 1.419 voti, occupa il 131° posto in classifica; per votare la Biblioteca Lucchesiana basta collegarsi al link
LA STORIA
La storia della Biblioteca Lucchesiana di Agrigento, una delle più antiche e prestigiose istituzioni bibliotecarie della Sicilia, è strettamente legata alla figura di Mons. Andrea Lucchesi Palli dei principi di Campofranco, che la fondò nel 1765. Il Lucchesi Palli fu un uomo di notevole cultura, largamente partecipe di quel rinnovato interesse per gli studi umanistici che nel XVIII secolo determinò il sorgere di grandi raccolte erudite e antiquari; personaggio sensibile agli orientamenti del pensiero illuministico, e alle idee dell’educazione popolare, dell’istruzione diffusa al popolo come strumento di elevazione culturale. A Palermo era stato, fra l’altro, membro e direttore dell’Accademia del Buon Gusto e canonico della Cattedrale. Nominato nel 1755 vescovo di Agrigento dal Papa Benedetto XIV, contribuì largamente a dare un nuovo impulso alla cultura agrigentina circondandosi di illustri maestri per il Seminario e per il Collegio dei SS. Agostino e Tommaso. Favorito dai suoi mezzi finanziari, aveva iniziato una raccolta di libri rari e di pregio e di oggetti antichi che avevano trovato sede appropriata nell’ampio salone del grande edificio che si estende dalla Cattedrale fino all’antica chiesa di S. Maria dell’Itria: un edificio che egli stesso aveva fatto costruire superando non poche difficoltà. La nascita della Biblioteca Lucchesiana avvenne però solo il 16 ottobre 1765 allorché il Vescovo, realizzando un’idea forse già da tempo maturata, fece dono alla cittadinanza agrigentina della sua importante raccolta. Oltre a 18.000 volumi, ricche e pregiate scaffalature, tavoli di lettura, la Bblioteca fu dotata di un piccolo museo di oggetti antichi, consistenti prevalentemente in gemme, pietre dure e in un medagliere di monete greche, romane e siciliane. Tangibile testimonianza del grande rispetto del Vescovo per i libri è ancora oggi il regolamento d’uso della Biblioteca, dettato dal fondatore e scolpito nel marmo. Per esplicita volontà del Vescovo, la gestione dell’Istituto venne affidata ad una deputazione di canonici, i Padri Redentoristi fondati da S. Alfonso Maria de’ Liguori, detti anche Padri Liguorini. Il Vescovo Lucchesi Palli, infatti, espresse il desiderio che la Biblioteca diventasse proprietà della cittadinanza e suo patrimonio culturale, aperta al pubblico, non di proprietà della Chiesa e nemmeno dell’amministrazione laica civile: uno status giuridico autonomo che essa mantiene tutt’oggi. Nei suoi primi anni di vita la Biblioteca Lucchesiana ebbe notevole prosperità e prestigio; ma poi, col tempo, le sue vicende volsero al peggio. Con l’abolizione delle corporazioni religiose, la gestione della Biblioteca passò al Comune di Agrigento, alle cui dipendenze rimase dal 20 giugno 1862 al 10 marzo 1899. In questi anni, particolarmente funesti per la sorte dell’Istituto, ebbe probabilmente inizio la dispersione della collezione antiquaria e si verificò la scomparsa di alcuni preziosi manoscritti latini, greci ed arabi. Cominciarono inoltre, in questo periodo, i continui e mai risolti conflitti fra l’autorità ecclesiastica e quella civile sull’assetto istituzionale entro cui collocare la Biblioteca. Solo nel 1914, col ritorno in città dei Liguorini, la Biblioteca tornò ad avere una propria gestione autonoma. La Biblioteca si trascinò così di anno in anno in una situazione sempre più precaria, alternando periodi di chiusura a periodi di rinnovato interesse, per ricadere poi nell’indifferenza generale Una prima serie di interventi, venne promossa dalla Soprintendenza Bibliografica per la Sicilia Occidentale nell’immediato dopoguerra. Nel 1963, a causa dell’infestazione di termiti, crollò il tetto del salone e di due salette adiacenti, provocando notevoli danni al materiale librario e alla pregevole scaffalatura lignea. La Biblioteca venne chiusa al pubblico e venne dato inizio ai lavori di rimozione della copertura a falde della sala di lettura, ma la frana del 1966 e il sisma del 1968 provocarono l’interruzione dei lavori. Il patrimonio librario venne depositato nei locali del Museo Civico ove rimase, mal custodito, fino al 1979. Solo fra il 1977 e il 1978 è stato possibile dare finalmente inizio ai lavori di consolidamento e restauro dell’edificio. Dal 1978, inoltre, la Soprintendenza ai Beni Librari della Sicilia Occidentale ha potuto iniziare un lavoro organico di censimento e catalogazione di tutto il patrimonio librario, avvalendosi dell’opera della Cooperativa «Bibliotheca». Allo stato attuale la Biblioteca Lucchesiana annovera, tra patrimonio originario, lasciti e donazioni, circa 55.000 volumi. · II nucleo originario è formato dalla raccolta del Vescovo Lucchesi Palli. Si tratta di opere a carattere prevalentemente filosofico, teologico e morale sul cui frontespizio figura la dicitura manoscritta «Ex biblioteca Andrea Lucchesi ex Principibus Campifranci». A questo primo nucleo si aggiunsero le raccolte provenienti dalle soppresse congregazioni religiose. Si tratta, in particolare, di 150 volumi del Convento di S. Francesco di Paola; 840 volumi del Convento di S.Anna; 335 volumi dei Mercedari; 433 volumi del Convento di S. Domenico; 338 volumi del Convento del Carmine; 2.212 volumi del Convento di S. Vito; 3.489 volumi del Convento dei Cappuccini. Tra le donazioni di privati cittadini e da annoverare quella del canonico Crisafulli, studioso di Dante e professore di diritto all’Università di Palermo, la cui raccolta libraria venne donata alla Lucchesiana da Mons. Lagumina. Perduto risulta invece un prezioso codice in pergamena di opere di Sallustio, del principe del XV secolo citate nel 1881 da Vito La Mantia. Si tratta, come si vede, di un prezioso patrimonio librario, che però attende ancora un’adeguata valorizzazione. Allo stato attuale i locali restaurati hanno una superficie di circa 1000 mq divisi nei tre piani. Il piano terra è costituito da un ingresso e da un ampio salone funzionalmente attrezzato e predisposto ad accogliere anche proiezioni, destinato – nel progetto della Soprintendenza – a diventare il perno della vita pubblica della Biblioteca, in quanto luogo ove accogliere studi, convegni, dibattiti, ecc. Il primo piano comprende le due sale con la pregevole scaffalatura lignea restaurata dalla Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici. Nel grande salone, sul cui sfondo domina la statua marmorea di Monsignor Lucchesi, era collocato, e tornerà ad esserlo, il nucleo originario del patrimonio librario. Al secondo piano sono le sale con scaffalatura metallica e gli uffici. In anni recenti, la Biblioteca viene inserita nella lista dei Luoghi del Cuore FAI, dove è tuttora votabile collegandosi all’apposito portale online. La direzione della Lucchesiana ravvisa infatti nel Fondo Ambiente Italiano un potenziale interlocutore con il quale affrontare le problematiche di tutela e gestione del suo immane patrimonio culturale, salvaguardando quello status di istituzione autonoma che la contraddistingue fin dalle origini. Nel 2020 ottiene finalmente un buon risultato di voti, segno dell’interesse riscosso dalla Biblioteca e del suo ruolo culturale nel contesto della storia cittadina.
PRENOTARE LA VISITA
Per avere la certezza di un posto riservato è consigliato prenotare la visita sul sito www.giornatefai.it, scegliere il giorno e l’orario preferiti tra quelli disponibili. Link diretto per prenotare : (https://www.fondoambiente.it/luoghi/biblioteca-lucchesiana?gfa)
I visitatori potranno sostenere il Fai con una donazione libera del valore minimo di 3€ e potranno anche iscriversi al FAI online o durante l’evento.
Durante le visite sarà necessario rispettare tutte le norme di sicurezza contenute nei cartelli informativi posti all’inizio del percorso, a partire dal distanziamento sociale per evitare di creare assembramenti.