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Omicidio a Favara. Ucciso l’ex presidente del consiglio comunale, Salvatore Lupo.

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L’ex presidente del consiglio comunale di Favara, Salvatore Lupo, è stato ucciso con due colpi di pistola mentre si trovava all’interno di un bar. Il 45enne, sarebbe arrivato in via IV Novembre, nel cuore di Favara, con il suo Porsche Macan, intorno alle 18. E’ entrato allo “Snack American Bar”, ed ha chiesto di andare in bagno. All’uscita del bagno, è stato freddato – sotto gli occhi del barista, che è sotto shock – dal killer. Uno solo il sicario che avrebbe agito – stando alle primissime indiscrezioni – a volto scoperto. Almeno i due i colpi che lo hanno raggiunto. Sul posto si trovano i carabinieri che stanno ascoltando dei testimoni. I carabinieri stanno acquisendo e guardando le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona di via IV Novembre a Favara, forse anche nel locale dove è avvenuto il delitto di Salvatore Lupo. Pare che il barista non abbia saputo indicare nessun elemento per identificare l’autore dell’omicidio. Indagini su dissidi familiari e problemi finanziari. L’omicidio appare agli inquirenti come se sembrerebbe avere tutte le caratteristiche di un delitto pianificato. Non soltanto perché è stato messo a segno il giorno di Ferragosto, ma anche per le modalità usate lasciano ipotizzare ad investigatori e inquirenti un “piano” architettato da qualcuno che conosceva bene Lupo.

Nel 2017, Lupo,  era stato arrestato assieme alla moglie nell’operazione “Stipendi spezzati”. L’inchiesta aveva fatto emergere che ai dipendenti della “Cooperativa sociale Suami – Onlus” prima venivano accreditati su conto corrente le mensilità dovute. Poi, con carte bancomat intestate proprio agli stessi dipendenti, l’amministratore unico della coop avrebbe prelevato, secondo l’accusa, la metà degli stipendi. Secondo gli inquirenti, questi prelievi “forzosi” di denaro avrebbero riguardato oltre venti dipendenti. Un anno prima Lupo era stato indagato nell’ambito di un’altra inchiesta per maltrattamenti fisici e psicologici su alcuni minori, inabili psichici, affidati ad una comunità alloggio di Licata. Nel novembre 2011 l’auto di Lupo, all’epoca consigliere comunale, venne incendiata.

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