I migranti del citato sbarco, giunti presso l’isola, sono stati ascoltati dal personale della Squadra Mobile lì distaccato e le dichiarazioni di alcuni di essi hanno permesso di ricostruire i fatti del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
In particolare, 12 migranti subsahariani, dopo essere stati tenuti presso una safe house in Libia, la notte tra il 3 ed il 4 agosto scorso, sono stati imbarcati in un gommone, salpato dalle coste di Sabratha e diretto in Italia. Dopo diverse ore di navigazione, il gommone, condotto da trafficanti libici, si sarebbe accostato ad un’imbarcazione in legno, condotta dai tre tunisini ieri fermati, sulla quale sarebbero stati trasbordati i 12 migranti, i quali venivano rassicurati sul pronto arrivo in Italia.
In effetti, l’imbarcazione in legno veniva successivamente intercettata da una M/V della Guardia Costiera che imbarcava i migranti e li conduceva presso l’isola di Lampedusa, dove in seguito venivano pre-identificati e fotosegnalati dal personale della Questura di Agrigento.
I tre tunisini, il 10 agosto scorso, venivano imbarcati, unitamente ad altri migranti, nella nave di linea diretta da Lampedusa a Porto Empedocle, presso il cui scalo marittimo trovavano ad attenderli i poliziotti della II Sezione della Squadra Mobile della Questura di Agrigento, che procedevano al fermo di iniziativa, per evitare che gli stessi, giunti sulla terra ferma potessero darsi alla fuga.
I fermati venivano condotti presso la Casa Circondariale di c.da Petrusa, in attesa del giudizio di convalida, celabratosi in data odierna, davanti al G.I.P. del Tribunale di Agrigento che, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha convalidato il provvedimento di fermo e ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere per i tre indagati.