La Scala scrive nella proposta che l’Amministrazione Comunale, in riferimento ad interventi inseriti nell’attività programmatica per l’esecuzione di opere pubbliche, sia in materia edilizia (patrimonio) che in ambito infrastrutturale (Demanio Stradale ed opere urbanizzazione primaria e secondaria) deve operare nel rispetto delle disposizioni di cui alla Legge n°13 /1989 che disciplina le Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.
Anche lo Statuto del Comune dei Agrigento – ricorda La scala – all’art. 9 (Politiche sociali e sanitarie) recita “ Il Comune promuove una diffusa educazione sanitaria per un’efficace opera di prevenzione; si adopera per l’abbattimento delle barriere architettoniche”.
“Premesso che il regolamento edilizio del Comune di Agrigento all’art. 80 – continua La Scala nel proprio provvedimento – detta le norme relative alla -eliminazione delle “barriere architettoniche”, precisando che “il rilascio della concessione, ovvero della autorizzazione, per la costruzione, la ristrutturazione o la modificazione di edifici e attrezzature, nonchè per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria (spazi verdi e di parcheggio, percorsi pedonali, ecc.), è subordinato all’osservanza della vigente normativa sulla eliminazione delle barriere architettoniche”.
Premesso che l’Amministrazione deve seguire le disposizioni previste in materia di tutela dei beni culturali e ambientali contenute nel decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, e le altre normative di settore aventi incidenza sulla disciplina dell’attività edilizia.
Premesso che l’amministrazione comunale deve operare nel rispetto del D.P.R., 06/06/2001 n° 380, G.U. 20/10/2001 e successive modifiche ed integrazioni. Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati, pubblici e privati aperti al pubblico
Premesso che con il piano di adeguamento edifici scolastici di cui alla legge n°265 /1999 l’Amministrazione comunale deve ottemperare definitivamente a rendere conforme il proprio patrimonio scolastico alle disposizioni di cui alla L. 13/1989 e s.m.e i..
Che la legge 28 febbraio 1986, n. 41 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” così recita:
“Non possono essere approvati progetti di costruzione o ristrutturazione di opere pubbliche che non siano conformi alle disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1978, n. 384, in materia di superamento delle barriere architettoniche. Non possono altresì essere erogati dallo Stato o da altri enti pubblici contributi o agevolazioni per la realizzazione di progetti in contrasto con le norme di cui al medesimo decreto”.
“Per gli edifici pubblici esistenti non ancora adeguati dovranno essere adottati da parte delle Amministrazioni competenti piani di eliminazione delle barriere architettoniche”. (Art.32, c. 21)
con la LEGGE 5 febbraio 1992, n. 104 Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. (GU n.39 del 17-2-1992 – Suppl. Ordinario n. 30 ) “I piani di cui alla L.41/86, sono modificati con integrazioni relative all’accessibilità degli spazi urbani, con riferimento alla realizzazione di percorsi accessibili, all’installazione di semafori acustici per non vedenti, alla rimozione della segnaletica che ostacola la circolazione delle persone disabili.” (Art. 24, c. 9);
considerato che la Regione siciliana, con l’art. 123 della legge regionale 4 del 16/04/2003, ha recepito la normativa nazionale, autorizzando l’Assessore per la famiglia, le politiche sociali e il lavoro ad erogare i relativi fondi in favore dei comuni per consentire la liquidazione delle istanze presentate dai soggetti portatori di handicap, riconosciuti invalidi secondo l’ordine di inserimento nella graduatoria regionale formata ai sensi della richiamata legge 9 gennaio 1989, n. 13;
considerato che diverse amministrazioni comunali in Italia si sono dotate di un programma di intervento per l’abbattimento delle barriere architettoniche ed urbanistiche (PEBA), contenente il censimento delle barriere architettoniche nell’ambito urbano e la determinazione degli interventi necessari al loro superamento, per garantire un ‘adeguata fruibilità delle strutture ili uso pubblico e degli spazi comuni delle città;
considerato che diverse amministrazioni hanno un Responsabile Unico per l’elaborazione e tutte le operazioni relative all’attuazione del Programma di intervento per l’ abbattimento delle barriere architettoniche ed urbanistiche (PEBA)”;
Considerato che il Comune di Agrigento non si è mai dotato di un Programma di intervento per l’ abbattimento delle barriere architettoniche ed urbanistiche (PEBA)”;
considerato che nell’assetto organizzativo degli uffici e dei Servizi Comunali non è attualmente previsto il Responsabile Unico per l’abbattimento delle barriere architettoniche;
considerato che il Comune di Agrigento dovrebbe realizzare tale piano attraverso un percorso partecipativo, che sia momento di confronto e di acquisizione di tutti quei contributi, specie delle Associazioni di settore, atti a formare progetti e documenti di programmazione integrate da esperienze specifiche anche vissute per la realizzazione di una città sostenibile.
Propone di deliberare
L’ approvazione dei “piani di eliminazione delle barriere architettoniche”.
– Prevedere nell’assetto organizzativo degli uffici e dei Servizi Comunali il Responsabile Unico per l’abbattimento delle barriere architettoniche;
– dare incarico al Responsabile Unico per l’abbattimento delle barriere architettoniche di elaborare e presentare il Programma di intervento per l’ abbattimento delle barriere architettoniche ed urbanistiche (PEBA) nel Comune di Agrigento;
– realizzare tale piano attraverso un percorso partecipativo, che sia momento di confronto e di acquisizione di tutti quei contributi, specie delle Associazioni di settore, atti a formare progetti e documenti di programmazione integrate da esperienze specifiche anche vissute per la realizzazione di una città sostenibile;
– convocare la Consulta delle associazioni dei disabili per realizzare il percorso partecipato sopra menzionato.