All’uscita della Chiesa, dopo la Santa Messa in suffragio, un lungo e commosso applauso spontaneo, ha salutato l’uscita della bara con il feretro di Antonino Marco. La disperazione dei familiari in primis ha lasciato spazio alla rabbia, sentimento comprensibile se si pensa alla dinamica che, proprio sotto Natale, quasi fosse uno scherzo del destino, ha strappato questo giovane vita all’affetto dei suoi cari. Le urla di dolore di chi a Marco, ha voluto bene, quand’era in vita, hanno letteralmente “tagliato” il silenzio rispettoso e al tempo stesso surreale dei momenti che hanno preceduto il corteo funebre, tanto da non lasciare spazio a dubbi sull’entità concreta della tragedia che un po’ tutta l’intera comunità di Agrigento e Favara, s’è trovata a subire.
Alle esequie c’era una rappresentanza dell’amministrazione comunale, così come c’erano gli amici, le colleghe infermiere della madre e gli agenti di Polizia Municipale di Agrigento.