Oggi più che mai le istituzioni devono rafforzare la presenza dello Stato sul territorio, creando percorsi che potenzino la conoscenza, la cultura e il rispetto della legge. L’educazione alla legalità, come più volte sostenuto dai giudici Falcone e Borsellino, non deve essere un mero slogan, ma un movimento culturale, d’idee, di saperi, teso a rivoluzionare ordinamenti e sovrastrutture cristallizzate e deleterie per il progresso civile della società. “Gutta cavat lapidem”, dicevano i latini; allora un’azione didattica sistemica, pervasiva, cadenzata, misurabile quanto può incidere nella trasformazione delle caratteristiche socio-culturali di un territorio?
Una situazione d’emergenza richiede soluzioni immediate e di forte impatto: significa contrastare il “Nulla” con la forza del pensiero e dei comportamenti, occupando le “zone grigie” con i valori dell’onestà e del saper fare.
Il Governo, che sta dimostrando sensibilità per le questioni connesse alla difesa e divulgazione delle tematiche afferenti la legalità, può intervenire, in tal senso, per contrastare la criminalità, attraverso un piano scolastico dedicato al potenziamento della cultura della legalità in ogni scuola; è di fondamentale importanza per il Paese e per il futuro delle nuove generazioni.