L’omicidio di Patrizia Russo lascia molte domande senza risposta: cosa ha spinto un uomo, descritto come tranquillo e privo di precedenti, a compiere un atto così violento contro la propria moglie? Forse sarà successo qualcosa nella loro, Agrigento? La mancanza di una lite o di segnali di tensione domestica solleva dubbi che solo ulteriori indagini potranno chiarire. Da quando si apprende dal programma di Raiuno, “La Vita in diretta”, il parroco Don Mario Bianchi, ha descritto Giovanni Salamone come un uomo molto riservato: “Siamo rimasti tutti senza parole per quanto successo: marito e moglie erano sempre insieme, entrambi cordiali. Lei, subito dopo essersi trasferita, ci siamo conosciuti, e ha chiesto di far parte integrante nelle organizzazioni parrocchiali. Mi aveva chiesto anche di effettuare anche una Santa Messa all’aperto“. Mentre, la vicina di casa, che aveva visto per l’ultima volta la signora Patrizia, l’ha descritta: “con un viso stanco, e pensava che fosse per il lungo viaggio, e non si aspettava una cosa simile”.
Infatti, erano tornati a Solero, dopo una visita ad Agrigento per la raccolta delle olive e proprio ieri erano rientrati in quella che sarebbe dovuta essere la loro nuova casa. I due coniugi, si erano trasferiti nel paesino di 1500 abitanti, in provincia di Alessandria da circa un’anno. La donna, Patrizia Russo, era insegnante di sostegno alla scuola media “Lucio Ferraris” di Solero. Ad Agrigento, aveva lavorato, come insegnante di sostegno alla “Castagnolo” e a Favara alla scuola “Andrea Camilleri”, mentre il marito, Giovanni Salamone, è un agricoltore e commerciante di prodotti agricoli, è anche un attivista ambientalista da tempo impegnato nella tutela di Punta Bianca, nel territorio di Agrigento. Nel 2020, aveva provato ad entrare in politica candidandosi al consiglio comunale del capoluogo siciliano, senza riuscire nell’impresa. La coppia ha avuto due figli, Francesco e Giuliana, che vivono rispettivamente in Spagna e a Pisa.