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Aragona: Celebrato il Giorno dell’Unita’ Nazionale e Giornata delle Forze Armate

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Il 4 novembre terminava la Prima Guerra Mondiale. Per onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa della Patria il 4 novembre 1921 ebbe luogo la tumulazione del “Milite Ignoto”, nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma. Con il Regio decreto n.1354 del 23 ottobre 1922, il 4 Novembre fu dichiarato Festa nazionale. Oggi, presso la Piazza Umberto I, ad Aragona, dove sorge il Monumento del Milite Ignoto, celebrato il Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, alla presenza delle autorità civili, militari, religiose e degli alunni della Scuola Elementare. Alla cerimonia erano presenti: Il Maresciallo ordinario della Stazione Carabinieri, Manuel Blandino; Il Comandante della Polizia Municipale, Francesco Buscemi; la dirigente scolastica di Aragona, Pina Butera, il Presidente del Consiglio Comunale, Stefania Di Giacomo Pepe; gli Assessori: Mariella Sardo, Renata Miccichè e Maria Licata; l’arciprete di Aragona, Don Angelo Chillura. Durante la cerimonia alla presenza di Salvatore Butera, è stato ricordato, il padre, il collega giornalista sportivo, Tonino, scomparso il 28 ottobre scorso, e del quale si è speso molto alla realizzazione del nuovo campo sportivo, in cui molti ragazzi e bambini, oggi ne usufruiscono.



“Buongiorno e benvenuti cari ragazzi e ragazze, credetemi dopo il vostro intervento mi sarà difficile poter parlare. Siete arrivati al cuore di tutti. Un ringraziamento va alle insegnanti, per il grande lavoro svolto, un saluto alla Dirigente scolastica Dott.ssa Pina Butera ed un benvenuto ed un ringraziamento all’Associazione Carabinieri in congedo per la loro preziosa presenza, un saluto a Don Angelo Chillura, alle autorità civili, militari e a tutti i nostri concittadini qui presenti”. – Sono le parole del Presidente del Consiglio, Stefania Di Giacomo Pepe, rivolte ai bambini questa mattina durante la celebrazione – “Oggi,   riuniti   in   questa   piazza,   cuore   e   centro   del   nostro   paese   di   Aragona, rappresentiamo   tutti   i  nostri   concittadini   che  non   possono   essere   presenti per motivi di lavoro  e partecipare alle cerimonie che tradizionalmente celebriamo in questa giornata. Perché dovete sapere cari ragazzi che questa giornata fino al 1976 era festa nazionale, quindi non si andava a scuola e al lavoro. Dal 1976 in poi tale giornata divenne ex festivo ma non c’è anno che le Istituzioni celebrino tale data a ricordo dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Ma cosa si celebra oggi? Si celebra la “Commemorazione  del 4 Novembre”, ricordiamo  cioè  che il 4 novembre del 1918 è stato il primo giorno di pace, che ha concluso la Prima Guerra Mondiale, la Grande Guerra. La riconquistata  pace e l’unità  nazionale  hanno posto fine a tre anni e mezzo  di conflitto armato che hanno portato lutti e devastazioni mai viste prima. La prima guerra mondiale  ha toccato il cuore delle nostre famiglie perché combattuta dai nostri soldati che non erano altro che i giovani di allora, chiamati alle armi e perfino al sacrificio   della loro gioventù. Quante  lacrime  versate  dai famigliari  che con  ansia  attendevano  il ritorno  dei  loro cari dal fronte e che ancora attendono il loro arrivo. Si ancora attendono, porto la testimonianza di mia nonna che ancor oggi spera di poter riabbracciare suo fratello…… disperso chissà dove. Dove l’unico ricordo vivo è la sua partenza dalla stazione di Caldare e lo strazio di sua madre consapevole che non lo rivedrà mai più. L’eco di questo  dolore  giunge  fino a noi,   ancora  oggi, perché  è stato scolpito  nel  Monumento  ai  Caduti  posto  nel  cuore  di  questa   piazza dedicata proprio al “Milite Ignoto”.  Questa statua, infatti ci  ricorda  il prezzo  pagato  per  l ‘Unità Nazionale  dell’Italia e quanto fragile sia la pace, senza la quale ogni società civile è a rischio. Questo monumento  non celebra la guerra, e nemmeno la vittoria, ma è consacrato ed esalta i figli di Aragona, morti per realizzare  una Patria più grande. E la  nostra  Patria  è  più  grande  non  tanto  quando  aumenta  il  suo territorio,  il suolo  che calpestiamo  ed abitiamo,  ma è,   e diventa  sempre  più  grande quando   offre   pace,  libertà,  democrazia,   civile  convivenza,   sicurezza   sociale   ed economica  a tutti i suoi abitanti. Solo così riempiamo di vero significato la Giornata dell’Unità  Nazionale che dà il nome a questa giornata, a questa festa. Oggi inoltre celebriamo  l’importanza delle nostre Forze Armate. In tempo di guerra hanno difeso la Patria e ora, in tempo di pace vigilano perché nulla e nessuno renda vana la nostra democrazia e  la nostra civiltà. In particolare ringrazio il Comandante Manuel Blandino e  tutti gli uomini dell’Arma dei Carabinieri. Un ringraziamento che non è, quindi, solo il mio personale ma è corale, sentito e condiviso da tutta l’Amministrazione Comunale, dal Consiglio Comunale e da tutta la Comunità Aragonese, come corale, sentito e condiviso è il lavoro dei Carabinieri. Un lavoro costante e silenzioso che contribuisce a rendere l’Italia più sicura, più libera, più accogliente. E se, grazie al cielo, possiamo godere di un lungo periodo di pace, sappiamo che essa è fragile e rotta in tante parti del mondo. Siamo orgogliosi che i nostri militari sostengono importanti missioni di pace proprio là dove è più minacciata e infranta. Ad essi  uniamo  tutte  le Forze dell’Ordine    e le Polizie Locali  che  vegliano  con dedizione e impegno sulla tranquillità dei nostri giorni. Anche a  loro va la nostra riconoscenza. Prima di chiudere il mio intervento credo che oggi, in questo giorno commemorativo sia doveroso esprimere “la più severa condanna della guerra scatenata dalla Russia per occupare l’Ucraina che la vede costretta a combattere per mantenere il diritto di essere un Paese libero, sovrano e autodeterminato”. Alla luce di ciò penso che gli uomini si siano totalmente dimenticati di cosa è accaduto nel secolo scorso dove i padri o i nonni ancora in vita hanno preso in mano per la prima volta un’arma da fuoco e hanno iniziato a sparare senza neanche capire bene la motivazione. Le prime notizie che arrivavano dall’Ucraina sottolineavano il terrore di quelle donne, bambini, uomini che si sono svegliati con il suono delle sirene di tutta la città e i carri armati nei loro giardini. Allora la domanda spontanea è, cosa è cambiato rispetto al 1918? Cosa rispetto al 1945? Essenzialmente nulla, perché sentire ancora parlare di guerra mondiale dopo l’orrore e gli sbagli commessi esattamente molti anni fa non può essere giustificabile. Sembra come se la prima e la seconda guerra mondiale non ci avessero lasciato nulla, neanche nella coscienza di tutte quelle persone morte, ferite, abbandonate e distrutte. Siamo sprofondati in un’amnesia totale, questo a dimostrazione del fatto che quello che studiamo sui libri di scuola non è poi così tanto lontano dalla realtà; i giovani ragazzi  che fino a mesi fa vivevano una vita tranquilla come la nostra, si divertivano, socializzavano, chattavano… ora si ritrovano o a proteggersi dalle mine, dalle bombe o a combattere. E sapete cosa mi spaventa di più?
Continuare a parlare di storia che si ripete… nessuna guerra è indispensabile o è giusta. Non esiste litigio che non possa essere sanato con il dialogo, quindi non esiste conflitto che non possa essere risolto con la diplomazia. Quindi cari ragazzi e ragazze, la festa del 4 novembre non deve essere solo un ricordo del passato, ma deve diventare un progetto per il futuro: un progetto di pace in cui voi ragazzi siete chiamati ad essere protagonisti. La pace deve essere l’unico vero obiettivo, l’unico vero ideale per voi ragazzi che avete la fortuna di non aver mai visto la guerra con i propri occhi. VIVA L’ITALIA E VIVA GLI ITALIANI!!!”


Il 4 novembre del 1918, tutte le operazioni di guerra cessarono e fu  proclamata la fine della Grande Guerra.  L’esercito austro-ungarico era annientato. L’Italia finalmente completò quel processo di unificazione che aveva iniziato durante il Risorgimento . Ma a quale prezzo? La guerra aveva seminato morte e devastazione, la prima guerra mondiale aveva inflitto un grande dolore al nostro Paese, tantissime sono state le vittime del conflitto, i protagonisti  sono giustamente scritti su queste targhe scolpite nel Monumento ai caduti che si trova nella nostra piazza. Ma quanti sono stati gli eroi rimasti, sconosciuti, talvolta senza neppure una tomba che ne accogliesse le spoglie? – Sono le parole dell’Assessore, Mariella Sardo, rivolte ai bambini questa mattina durante la celebrazione – È in questa Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate che “il pensiero di tutti noi è rivolto a quanti hanno perso la vita per la Patria, alle vittime di tutte le guerre, a loro va il nostro incondizionato riconoscimento. Ma è anche il giorno del ringraziamento ai militari in servizio, in Italia e nelle missioni internazionali di pace all’estero, una pace che oggi più che mai va difesa e custodita, pace messa a rischio da una guerra che si sta combattendo in Europa alle porte di casa nostra. Gli Ucraini e i Russi nostri fratelli, che si combattono, riducendo le città in macerie per quei confini voluti solo da disegni belligeranti e criminosi di alcuni dittatori. Alle giovani generazioni va ricordato che l’Italia è una nazione libera, unita  e democratica, a loro va affidata la responsabilità di mantenerla tale, in memoria di quegli ideali di coraggio, resilienza e patriottismo che animarono i nostri soldati caduti nella prima guerra mondiale e in tutte le guerre.  Viva le forze armate, viva l’Italia!”


“Buongiorno a tutti voi, in particolare intendo rivolgermi ai giovani qui presenti per dare un messaggio: studiate, imparate e fate tesoro della conoscenza al fine di costruire un futuro migliore basato sulla pace, sul rispetto reciproco e sulla fratellanza. Imparate a convivere nel rispetto delle differenze”. – Sono le parole dell’Assessore alle politiche giovanili, spettacolo e cultura, Renata Miccichè, rivolte ai bambini questa mattina durante la celebrazione –  “A tal proposito vi invito a celebrare la bellezza della nostra Costituzione ed in particolare voglio leggere con voi l’articolo 11 attraverso cui l’Italia ribadisce il ripudio verso la guerra: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Ciò significa che ad un impegno negativo ad operare in una precisa direzione, si aggiunge un impegno propositivo ad operare versa la promozione di organizzazione che assicurano la pace e la giustizia. Per questo oggi intendiamo celebrare le Forze Armate, per esprimere il più alto sentimento di riconoscimento verso chi con sacrificio e senso del dovere si spende oggi come ieri per il bene comune in difesa della pace e della libertà, operando al servizio della popolazione. Cari Bambini, futuri adulti, abbiate fiducia nel lavoro di chi opera in questo senso. Noi mamme, qualche volta, rivolgendoci a voi intimiamo l’arrivo del Carabiniere o della Polizia se non seguite le regole. Ebbene, non guardate alle Forze dell’Ordine con timore, ma con fiducia, poiché esse agiscono solo per il nostro bene, anche a costo di mettere in pericolo la loro stessa vita. Ci sono stati tanti valorosi eroi. E chissà… probabilmente anche tra di voi qualcuno, tra qualche anno assumerà questo ruolo, aderendo alle Forze Armate”.


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