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Aragona dimenticata l’eroe “Rosario”

07:59 – Quest’anno per ben due volte è stato dimenticato, il grande eroe che rappresenta nella Piazza principale del paese aragonese, e precisamente in Piazza Umberto I, sopra un pilastro con tanti nomi attaccati, forse per qualcuno delle “Lapidi” e per altri “Nomi di Persone che hanno costruito il Monumento”. Questo si trova  al centro della Piazza, all’interno di una fontana, che a giorni alterni funziona, e cioè un “Giorno SI”, ed una “Settimana NO”, che rappresenta, tutti i caduti in guerra.

Tanti ragazzi e bambini, questo eroe con un fucile a fianco che guarda a destra e a sinistra, spaventato dal nemico, per qualche fucilata a tradimento, lo hanno chiamato “ROSARIO”, proprio per il nome della Chiesa che si eregge nella predetta Piazza, che ospita la Patrona di Aragona, la Madonna del Rosario.

Un fatto increscioso, giorno, 3 del mese giugno, “Michelino”, un anziano vecchietto, che la guerra oltre che conosciuta da vicino, l’ ha pure vissuta, arriva in Piazza, e puntando, lo sguardo verso il centro della Piazza, non vide più “Rosario”, si gira intorno, e con il viso triste, demoralizzato e con le lacrime che scendevano sul viso,  vide “Rosario”, seduto in una panchina.

Michelino, si siede accanto, gli porge un fazzoletto di stoffa ricamato con una scocca nera e gli dice: “Rosario perché piangi?”, e “Rosario” gli rispose: “I cittadini di Aragona, hanno dimenticato Me e Tutte le Persone che hanno lasciato la pelle, durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, prima mi portavano una Corona di Alloro, il 25 Aprile per il giorno della Liberazione dell’Italia, anche per il 2 Novembre per la Ricorrenza dei Defunti e poi, anche, quando Giorgio Napolitano, ha introdotto il 2 Giugno, la Festa della Repubblica, ora, invece, mi vengono a trovare, soltanto i giovani, portandomi ogni anno la bandiera e la sciarpa della loro squadra preferita, quando vincono lo scudetto!!! e… anche… i cani, quando d’estate c’è callu e si vennu arrifriscari intra a funtana, quannu è pulita”.

Michelino, commosso e con le lacrime anche lui sul viso, e pieno di vergogna, si reca dal fioraio, ordina un cuscino di fiori, e l’indomani alzato di buon mattino, si reca ai piedi del Monumento, depone il cuscino di fiori, e lascia “ROSARIO”, Sorridente ed Allegro per averlo PENSATO e RICORDATO.

NON DIMENTICHIAMO LA NOSTRA STORIA e I NOSTRI CARI, MORTI IN GUERRA.

 

Per chi vuole sapere di più di ”ROSARIO”  o  “MILITE IGNOTO”, è una tomba che contiene i resti di un militare morto in guerra, il cui corpo non è stato identificato e che si pensa non potrà mai essere identificato. È una tomba simbolica che rappresenta tutti coloro che sono morti in un conflitto e che non sono mai stati identificati. La pratica di avere una tomba del milite ignoto si è diffusa soprattutto dopo la prima guerra mondiale, una guerra in cui il numero di corpi non identificati fu enorme.

Tombe di questo tipo sono in genere scenario di cerimonie ufficiali in cui, nell’anniversario della fine di una guerra, si commemorano tutti i morti di quella guerra.

Una delle più antiche tombe di milite ignoto si trova in Francia sotto l’Arco di Trionfo e fu realizzata nel 1920 in onore dei morti non identificati della prima guerra mondiale; il milite ignoto britannico è sepolto nella navata centrale della celebre Abbazia di Westminster a Londra, mentre quello italiano, è all’Altare della patria, realizzato a Roma nel 1921.

Nel 1920 l’allora colonnello Giulio Douhet, sulla scorta di analoghe iniziative già attuate in Francia e in altri Paesi coinvolti nella Grande Guerra, propose per primo in Italia di onorare i caduti italiani le cui salme non furono identificate con la creazione di un monumento al milite ignoto a Roma.

Fu quindi deciso di creare la tomba del Milite Ignoto nel complesso monumentale del Vittorianoa Roma. Sotto la statua della dea Roma sarebbe stata tumulata la salma di un soldato italiano sconosciuto, selezionata tra quelle dei caduti della Prima guerra mondiale. La scelta fu affidata a Maria Bergamas, madre del volontario irredento Antonio Bergamas che aveva disertato dall’esercito austriaco per unirsi a quello italiano ed era caduto in combattimento senza che il suo corpo fosse mai ritrovato.

Il 26 ottobre 1921, nella basilica di Aquileia, Maria Bergamas scelse il corpo di un soldato tra undici altre salme di caduti non identificabili, raccolti in diverse aree del fronte. La donna fu condotta di fronte a undici feretri allineati e, dopo essere passata davanti ad alcuni di essi, non riuscì a proseguire nella ricognizione e gridando il nome del figlio si accasciò al suolo davanti a quello che divenne il feretro prescelto, che fu in seguito collocato sull’affusto di un cannone e, accompagnato da reduci decorati con la medaglia d’oro al valor militare e più volte feriti, fu deposto su un carro ferroviario appositamente disegnato.

Le altre dieci salme rimaste ad Aquileia furono tumulate nel cimitero di guerra che circonda il tempio romano, nella “Tomba dei dieci militi ignoti”, realizzata dall’architetto Guido Cirilli.

Il viaggio si compì sulla linea Aquileia – Roma, passando per Udine, Treviso, Padova, Rovigo, Ferrara, Bologna, Pistoia, Prato, Firenze, Arezzo, Chiusi, Orvieto a velocità moderatissima in modo che presso ciascuna stazione la popolazione avesse modo di onorare il caduto simbolo. Furono molti gli Italiani che attesero, a volte anche per ore, il passaggio del convoglio al fine di poter rendere onore al caduto. Il treno infatti si fermò praticamente in tutte le stazioni. La cerimonia ebbe il suo epilogo nella capitale. Tutte le rappresentanze dei combattenti, delle vedove e delle madri dei caduti, con il Re Vittorio Emanuele III d’Italia in testa, e le bandiere di tutti i reggimenti mossero incontro al Milite Ignoto, che da un gruppo di decorati di medaglia d’oro fu portato nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. La salma venne posta nel monumento il 4 novembre 1921; L’epigrafe riporta la scritta Ignoto militi e le date MCMXV (1915) e MCMXVIII (1918), gli anni di inizio e fine del conflitto. Nel corso degli anni trenta il feretro del Milite Ignoto venne traslato nella cripta interna del Vittoriano denominata sacello del Milite Ignoto dove tuttora si trova. Parti della cripta e del sepolcro sono realizzate con materiali lapidei provenienti dalle montagne teatro degli scontri della prima guerra mondiale (tra cui il Grappa e il Carso).

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