Aragona due eroi, Don Pino Puglisi e il Giudice Livatino in una chiesa sconsacrata e senza un tetto. Un giro in una domenica di ottobre
Una domenica mattina di ottobre, la Sicilia regala un’altra splendida giornata, quale migliore occasione per farsi un giro per conoscere meglio il territorio del tuo paese?. Sono con Raimondo Collura, mi viene a prendere da casa e a bordo di un furgone marroncino andiamo in giro senza una meta prestabilita. Prima tappa Fontes Episcopi, uno sguardo ai campetti “sdirrupati” e poi verso “l’occhi macalubi”. A metà percorso brusca frenata, sulla nostra sinistra notiamo “ tenni stinnuti e omini e fimmini a scutulari e cogliri e olivi “. E’ tutta la famiglia Gaziano… “ i figli du zi Peppi “ quasi tutti “furnara di misteri”, in funnu ca cummatti cu un arbulu ranni carricatu d’olivi c’è Lillu “ lui il fornaio lo ha fatto pure, ma ben lo conosco perché è stato un mio collega “na luci”. Quanta passione e amore hanno gli aragonesi per la loro terra.. mi sono chiesto !. Giro largo a Maccalube, una preghiera per Carmelo e Laura che mai gli aragonesi dimenticheremo e poi dritti verso San Vicè. Spettacolare il panorama che ti trovi difronte con uno sfondo di un azzurro “ca pari pittatu”. Ecco “ I novi ponti cu a linia ca va a Callari e darrè cu ti spunta ?. “ Chiddra è Ragona, a nostra terra, ca tinta o pinta è sempri a to terra !!, e unni spica u Palazzu Principi “. Aragona…. il paese che tutti vorremmo essere diverso. Le sue vecchie miniere di zolfo da cui Luigi Pirandello prese spunto per alcune sue novelle, una delle più famose “Ciaula scopre la Luna “. E parlando e pensando a Rosa Portulano mi viene subito in mente una grande risorsa… Nino Seviroli, chissà quanto ti manca Aragona, magari appena “nividemu” c’è lo racconterai. Il discorso si sta facendo lungo, continuiamo il giro e passiamo davanti a “Robba Nica “ d’obbligo un giro a Comitini dopo avere attraversato u “Ponti Lignu”. La gita è quasi finita, le foto che scattiamo do “Cocu” vicino o “dotturi Conti.. pi capirini “ ci mostrano Aragona a specchio “mezzu i zinzuli russi”. All’ultima curva l’ultima fermata davanti la chiesetta sconsacrata “dell’armi santi du Purgatoriu” e la mori u “cori” a vedere le immagini di Don Pino Puglisi e il Giudice Rosario Livatino in quella struttura cadente e precaria su cui occorre certamente intervenire e farla diventare uno dei tanti gioielli che questo quanto mai bello e disgraziato paese non riesce a valorizzarli per come meritano. Ci vuole impegno e passione mettendo le persone giuste al posto giusto, ma prima bisogna metterci tutti la testa a posto e non pensare sempre in piccolo, perchè la differenza sta in questo convincerci che questo paese se va male la responsabilità non è degli altri, ma di ognuno di noi per il contributo che può dare. Questo significa volere bene al proprio paese e ai propri figli, che sono anche i figli degli altri.