Aragona è passata in Consiglio comunale la proposta del dissesto finanziario
Con sette voti a favore e tre contrari è passata in Consiglio comunale la proposta di dissesto finanziario. Erano da poco passate le 22 del 18 maggio, data che rimarrà memorabile, quando dopo le dichiarazioni di voto, pregevole e di spessore quella del consigliere di maggioranza Mariella Sardo, il presidente Gioacchino Volpe passa alla votazione. Un voto, se vogliamo, dall’esito scontato in quanto da diversi mesi la nuova amministrazione comunale ha cercato di salvare il salvabile, ma i numeri della situazione debitoria, circa 13 milioni di euro, non hanno lasciato scampo ad un salvataggio chiesto in extremis con un accorato appello dei consiglieri di minoranza Attardo, Licata e Clemenza, che ha finito per infiammare l’aula con dei botta e risposta dai toni molto accesi. L’intervento del consigliere Maria Grazia Licata è stato tendenzialmente proiettato a screditare il lavoro svolto dal sindaco, la sua amministrazione e in particolare dal responsabile del settore finanziario Giovanbattista Montemaggiore, accusato di avere svolto il suo lavoro con una certa superficialità. Una accusa pesante a cui ha risposto per le rime Montemaggiore e a seguire il sindaco Peppe Pendolino e l’assessore al Bilancio Alfonso Galluzzo. Queste le risposte. << Non mi aspettavo applausi dalla minoranza, ma un po’ più di rispetto me lo sarei aspettato – ha detto Montemaggiore – insinuare il dubbio che non paghiamo gli stipendi ai dipendenti solo per dichiarare il dissesto è scabroso e vergognoso. Sono indignato, non soltanto per come sono stato trattato professionalmente e di essere stato accusato più volte di superficialità, messo in croce per una data sbagliata, ma non posso essere accusato di superficialità soprattutto per un argomento delicato quale è il dissesto e su cui si è lavorato alacremente per poterlo evitare >>. Il sindaco Peppe Pendolino. << Non mi sono mai nascosto nel dire che in campagna elettorale ho detto sul palco che non avremmo dichiarato il dissesto – dice il primo cittadino – però era inimmaginabile trovare nell’uovo di pasqua grandi sorprese. La prima è quella dell’ampliamento del cimitero. Al passaggio di consegne è stato dichiarato che il milione di euro versato dai cittadini era messo da parte per fare il cimitero, invece, rivolgendosi all’ex assessore Attardo, li avete utilizzati per pagare gli stipendi. Il ragioniere Maragliano, che era il “vostro” responsabile del settore finanziario, nella sua relazione segnala e consiglia di ricostituire le somme a destinazione vincolata per il finanziamento della scuola Scifo per 470 mila euro e che bisognava riservare la disponibilità di cassa per lo stato di avanzamento dei lavori al cimitero. Questo sindaco incapace ha trovato un debito con l’Enel per 2 milioni di euro, un debito verso Gesa S.r.l per 500 mila euro. Lei ci rimprovera che non abbiamo fatto lotta all’evasione e all’elusione. Invece abbiamo emesso accertamenti per il 2013, 2014, 2015 e 2016, voi ve ne siete andati nel 2017, mi spieghi come mai non vi siete attivati alla ricerca della evasione e l’elusione quando la Corte dei Conti vi diceva, che questo ente era strutturalmente deficitario. Il dissesto non è stato fatto a cuor leggero o per toglierci ogni responsabilità, ma è perché a monte c’è stata una mancanza di programmazione >>. Questo l’intervento dell’assessore al bilancio Alfonso Galluzzo. << Gianni mi hai preso per il c… – dice ironicamente Galluzzo e rivolgendosi al dottor Montemaggiore – giustamente uno che ha fatto l’assistente all’Università e ha fatto docenza di corsi per i bilanci e per i comuni effettivamente è un incompetente. Dobbiamo andare a Raffadali per farci fare qualche lezione dal dottore Maragliano. Noi bilanci falsi non ne facciamo – tuona l’assessore – noi la tredicesima la mettiamo in bilancio e non l’abbiamo pagata perchè non era messa in bilancio. Il comune non fallisce perché non è una ditta privata. Come si fa a dire di non fare il dissesto quando non si pagano gli stipendi, siamo in difficoltà di cassa, quando non si può chiudere il bilancio per una sbilancio di 2 milioni e 400 mila euro. Non volevo parlare della amministrazione precedente, ma come si fa a fare integrazioni prima delle elezioni per 75 mila euro, vergogna. Ordinanze nel 2016 per 463 mila euro, ordinanze 2015 per 502 mila euro e per 196 mila euro per i primi mesi del 2017 >>. Uno scambio di accuse a cui hanno assistito numerosi cittadini tra cui molti lavoratori socialmente utili. Adesso, come confermato dal presidente del Consiglio comunale Volpe, tutte le carte saranno inviate alla Procura delle Corte dei Conti, che valuterà tutte le motivazioni che hanno portato al dissesto del comune di Aragona, che entra a fare parte del club agrigentino dei comuni dissestati, ricordiamo Casteltermini, Favara e Porto Empedocle, con tutte le conseguenze, negative, ma anche positive che questa scelta “obbligata” potrà comportare. Per chiudere una cosa è certa alla fine a pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini a cui sono stati chiesti nel tempo diversi sacrifici, come per esempio l’introduzione dell’Irpef al massimo dell’aliquota o di fare una puntuale raccolta differenziata, che però non ha mai portato ad una diminuzione dell’importo finale della bollette. Ci sarà ancora da soffrire, ma finalmente Aragona vedrà quel spiraglio di luce che da tempo è mancato?. Aragona si risolleverà dopo avere toccato il fondo?. Bisogna avere fiducia o vivere di speranze, perché chi di speranza vice… disperato muore e con credo che gli aragonesi saranno così passivi da accettare la morte !!.