Successivamente è stato spostato in un altro reparto dove ha subito un importante intervento chirurgico. Dopo circa quattro giorni dal ricovero ripetono un secondo tampone risultato dubbio-positivo. I medici non convinti rifanno un terzo tampone che risulta negativo. Successivamente ripetono un quarto tampone che mandano in un laboratorio fuori dalla struttura ospedaliera il cui esito è stato positivo.
Appena appresa ufficialmente la notizia, ho contattato la famiglia per chiedere informazioni sullo stato di salute del paziente e li ho invitati a ripensare ai contatti avuti dallo stesso nei giorni antecedenti al ricovero.
I familiari con cui è stato in contatto si sono messi in quarantena ed alcuni si sono sottoposti al tampone. Mi risulta che tutti quelli che hanno avuto contatti con il soggetto risultato positivo al tampone oggi non hanno nessun sintomo, quindi si può anche sospettare che il contagio sia avvenuto dopo il ricovero.
Il paziente oggi sta bene non ha mai accusato nessun malore riconducibile al Covid-19.
Chiedo a tutti di evitare commenti inutili e sterili sia nei confronti del paziente che della famiglia, ma anche dei giornalisti che professionalmente svolgono il loro compito. Vi invito ad essere uniti per sconfiggere questo orribile male stando a casa; stare a casa significa tutelare se stessi e gli altri, quindi per favore rimanete a casa ed usufruite della consegna a domicilio effettuata da tutti i commercianti di Aragona.
Ringrazio tutte le signore di Aragona che hanno contribuito ad allestire le mascherine ed i volontari delle Giubbe d’Italia che stanno effettuando il servizio di consegna a domicilio dei farmaci. Vi prego di stare a casa e ricordo a tutti che chi esce da casa senza giustificato motivo, secondo le nuove disposizioni ministeriali in vigore, incorre in una multa che va dai 400 fino a 3.000 euro”.
Fermento, paura e apprensione, non appena il Sindaco di Aragona, Giuseppe Pendolino, ha pubblicamente con un video messaggio, dando comunicazioni del primo contagio di Coronavirus, ad Aragona. Subito, sui social, Facebook, messenger e whatszzap, si è scatenato il toto-nomi, “Può essere questo? nomi e cognomi, indirizzi, ecc..”. Supposizioni e voci di paese, spesse volte infondate, causando indignazione tra i residenti.