Aragona: Ricomparsa dell’elicottero giallo con il treppiedi gigante
10:30 – Ha fatto nuovamente visita questa mattina nei cieli di Aragona per circa due ore, un perlustramento da parte di un elicottero giallo che volava basso trasportando una specie di enorme “treppiedi”. Già nella giornata di ieri dalle 11:30 alle 17:00 aveva perlustrastrato quasi gran parte del territorio aragonese, come dicevamo nel comunicato stampa pubblicato dalla nostra redazione, di ieri, non c’è da preoccuparsi. Nessun trasporto pericoloso di traliccio e nessuna attività militare improvvisa. Trattasi di un mezzo che ha come compito il monitoraggio dell’inquinamento sul territorio. L’elicottero appartiene alla Helica, azienda di Udine a cui è affidata la fase operativa di un progetto che coinvolge varie regioni d’Italia finanziato con fondi europei dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito del PON Sicurezza che prevede il “monitoraggio dell’impatto ambientale dovuto a reati ambientali” allo scopo di individuare fonti di radiazioni e di inquinamento del territorio. Il treppiedi gigante sarebbe in realtà un sensore a raggi gamma misuratore di inquinamento. I dati che saranno raccolti serviranno anche per stabilire eventuali correlazioni tra la qualità dell’aria alcune patologie. La particolare antenna del velivolo, infatti, rilancia dei raggi gamma e laser verso il suolo, rilevando l’eventuale presenza di sostanze e di radiazioni, generate sia da fonti naturali che dall’eventuale presenza di depositi clandestini di rifiuti. Il tubolare rosso che sì è visto attaccatto all’elicottero è un magnetometro/gradiometro tre-direzionale (GSMP-35A, GEM System, Canada) dotato di sensori magnetici ai vapori di potassio a pompaggio ottico. La presenza dei tre sensori, nota la loro posizione spaziale, permette di calcolare i tre gradienti in X, in Y ed in Z per ogni istante di campionamento. Lo strumento è dotato di un’antenna GPS e di un radar altimetro posizionati sulla punta del bird, così da poter registrare la posizione spaziale esatta di ogni campione. Una volta elaborati, i dati saranno trasmessi alla struttura ARPA della Regione che, a sua volta, in sinergia con i Comuni, dovrebbe intervenire nei luoghi che la mappa dovesse indicare con il “puntino rosso”, quindi particolarmente critici. I dati raccolti potrebbero risultare preziosi anche per dare risposte chiare a coloro che legano l’insorgenza di alcune patologie tumorali all’eventuale presenza di rifiuti nascosti sotto terra. L’attività, finanziata con fondi europei, dal Ministero dell’Ambiente, prevede il monitoraggio ambientale e coinvolge le strutture pubbliche e private di diverse regioni, quali Campania, Calabria, Puglia e Sicilia.