Nel primo pomeriggio del 29 agosto, un aereo da ricognizione gestito dall’Agenzia Europea FRONTEX ha avvistato in mare aperto, a più di 80 miglia a sud di Lampedusa, una piccola imbarcazione con 10/15 persone a bordo al traino di un peschereccio con insegne verosimilmente tunisine diretto a Nord, verso le coste della Sicilia.
L’attività dei trafficanti veniva monitorata dall’alto per tutto il giorno per dimostrare inequivocabilmente il nesso tra l’episodio migratorio ed il ben più grave reato di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina. Quindi, a notte inoltrata, grazie al raccordo informativo offerto dall’International Coordination Center di Frontex in Roma, una volta che i migranti, nel frattempo sganciati dal traino, hanno raggiunto la zona contigua sottoposta alla giurisdizione italiana, a meno di 24 miglia da Lampedusa, il dispositivo operativo di contrasto composto da due Vedette e da un Guardacoste del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Palermo, in costante contatto con la Procura di Agrigento, ha intercettato il natante con i migranti, e bloccato il peschereccio che si stava rapidamente allontanando per confondersi con le altre barche in attività di pesca a sud delle Pelagie.
Entrambe le imbarcazioni venivano scortate presso il porto di Lampedusa, dove, i finanzieri dell’isola denunciavano per ingresso illegale nel territorio dello Stato i 14 migranti, arrestavano i 6 membri dell’equipaggio del motopesca in relazione all’ipotesi di reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina e procedevano al sequestro dei mezzi impiegati dai trafficanti. Tutti gli arrestati sono stati successivamente tradotti al carcere di Agrigento.