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CANICATTÌ: Arrestato per maltrattamenti in famiglia ed altro

 

Alle ore 22.00 circa di martedì scorso, scoppiava un violenza lite in abitazione tra il figlio convivente ed i propri genitori 80enni. l’uomo dopo maltrattamenti e minacce verbali tentava di farsi consegnare dai genitori un libretto al portatore, al secco rifiuto da parte del padre, andava in escandescenza, afferrava un grosso coltello da cucina la cui lama di cm 25 circa ed iniziava ad urlare e minacciare il genitore. Le grida attiravano l’attenzione dei fratello e della cognata che abitano nell’appartamento al piano superiore, che scendevano per calmare gli animi, ma l’uomo, ormai colmo di rabbia si scagliava anche contro di loro, afferrando al collo la donna successivamente doveva ricorrere alle cure dei sanitari del pronto soccorso “barone lombardo” ove veniva riscontrata affetta da trauma contusivo torace ed arti superiori” con prognosi di gg 3 s.c.. Il fratello e la cognata intervenuti spaventatisi dell’atteggiamento ed alla vista del coltello raggiungevano il proprio appartamento ed una volta chiusisi il portone alla spalle si sentivano minacciare da pianerottolo mentre infieriva fisicamente danneggiando con il coltello la porta, una volta tornato nell’appartamento dei genitori al piano inferiore, vistosi anche qui chiuso fuori, replicava il danneggiamento anche del loro portone.

Intervento pattuglia dei Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Canicattì  giunti presso la loro abitazione in questa via Pirandello, riportavano il giovane alla calma il quale alla vista dei carabinieri gettava l’arma bianca. Lo stesso veniva bloccato e trasportato presso gli uffici del comando compagnia per far luce sull’intera vicenda.

I familiari ormai esausti e soprattutto temendo per la loro incolumità riferivano quanto accaduto pochi minuti prima. Sentiti parenti e vicini, acclarata la gravita dei fatti  veniva tratto in arresto per i reati di “maltrattamenti contro familiari e conviventi” “lesione personale” “minaccia aggravata” “tentata estorsione” e  “danneggiamento”.

 Lo stesso veniva tradotto presso il carcere Petrusa a disposizione dell’A.G. girgentina.

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