A quattro anni di distanza dagli eventi, Il Tar di Palermo ha finalmente emesso la sentenza. Ma per mamma e papà di Canicattì non c’è nessuna buona notizia in arrivo: il ricorso è infatti stato respinto.
“Come noto – si legge nelle motivazioni della sentenza n° 00223/2018 firmata dal presidente Calogero Ferlisi e dall’estensore e consigliere Aurora Lento -, l a scuola, nel valutare la preparazione degli alunni, non applica scienze esatte che conducono ad un risultato certo ed univoco (come si verifica ad esempio nei casi di accertamento dell’altezza di un determinato candidato o del grado alcolico di una determinata sostanza), ma formula un giudizio tecnico connotato da un fisiologico margine di opinabilità, per sconfessare il quale non è sufficiente evidenziare la mera non condivisibilità del giudizio, dovendosi piuttosto dimostrare la sua palese inattendibilità”
“Nella specie, il figlio dei ricorrenti – entra nel dettaglio il giudice, che fa letteralmente i conti per stabilire la media del ragazzo – era stato ammesso con il voto di 9/10 e aveva conseguito i seguenti punteggi: 10/10 nella prova d’italiano; 10/10 nella prova di matematica; 8/10 nella prova di francese; 8/10 nella prova d’inglese; 9/10 nel colloquio pluridisciplinare. Il voto finale di 9/10 si presenta, pertanto, coerente con quelli di ammissione e con quelli conseguiti nelle prove d’esame, tanto più che il voto di 10/10 presuppone il raggiungimento dell’eccellenza in tutte le prove“[…]. Sotto questo profilo, valga, in particolare, il riferimento fatto nei giudizi sulle lingue straniere (inglese e francese) alla circostanza che l’elaborato era ‘per lo più’ e non ‘totalmente’ corretto”.
Niente da fare, quindi, per gli ambiziosi genitori, che ora – al posto di calcolare la media del figlio – dovranno fare i conti con la parcella dell’avvocato: respinto il ricorso, la coppia di Canicattì dovrà infatti anche sborsare 1000 euro – più eventuali accessori – di spese processuali.