– approfittato di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa;
– agito per motivi di lucro;
– violato i doveri inerenti ad un pubblico servizio;
– commesso il fatto con abuso di relazioni di ufficio.
Le indagini condotte dai Carabinieri della locale stazione prendevano il via seguito segnalazione del fraud management” poste italiane di Catania, con la quale informava quell’arma della sospensione cautelare del direttore del locale ufficio postale, per ammanco di complessivi euro 51.000 circa (dalla cassa del direttore euro e 23 mila circa e dall’atm euro 27 mila circa), gli accertamenti permettevo ai Carabinieri di accertare che il direttore – dal marzo 2015 al maggio 2016 – carpendo la fiducia di alcuni clienti, che gli avevano affidato i propri libretti al portatore, distraeva l’ulteriore somma complessiva di euro 180 mila circa in danno di:
- vedovo pensionato, 83enne – euro 50 mila circa;
- vedova, pensionata, 89enne- euro 17 mila circa;
- vedova, casalinga, 60enne- euro 9 mila circa;
- vedova, pensionata, 61 enne- euro 30 mila circa.
- di 2 eredi, facendosi consegnare i documenti relativi alla chiusura dei conti dei defunti genitori definiti “inoperosi” per distrarre la somma di euro 65 mila circa;
- di ulteriori 2 soggetti anziani carpendone la fiducia per sottrargli complessivamente euro 8 mila circa.
In sede di contestazioni l’allora indagato ammise le proprie responsabilità
riferendo di aver sottratto i “soli” 51 mila euro dall’ufficio per aiutare un amico (a tutt’oggi ignoto) in difficoltà senza far il minimo accenno alla sua gestione dei libretti di alcuni clienti. Grazie alle indagini ed alle molteplici escussioni dei vari clienti che saputa la notizia della sospensione del direttore non trovandosi più alcun documento tra le mani si recavano anche spontaneamente presso la locale stazione incredulo che il loro “amico” direttore potesse aver tradito la fiducia ripostagli.
Alcuni accessi presso l’abitazione e l’ufficio del direttore permettevano di recuperare vari libretti personali nonché copia dei documenti personali dei contraenti, in alcuni casi anche carte di credito con relativo PIN.
Contestualmente all’arresto è stato notificato al soggetto un decreto con il quale il Tribunale dispone il sequestro preventivo, in funzione di successiva confisca, delle somme di denaro depositate in conti correnti intestati o cointestati al reo, nonché di eventuali investimenti in titoli, obbligazioni o altre forme d’investimento, sino al raggiungimento della somma di euro 200 mila a copertura delle somme da restituire.
In via subordinata il sequestro anche di beni mobili intestati all’indagato fino ad un massimo di euro 50 mila.
Sono tutt’ora in corso accertamenti da parte del Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Agrigento, opportunatamente delegata dall’A.G. per la loro competenza specifica – in supporto all’Arma dei Carabinieri che ha condotto le indagini – per verificare tutti i movimenti in entrata e in uscita (versamenti e prelievi), saldi, giacenze, e di accedere al deposito titoli ed eventuali cassetta di sicurezza dell’ex direttore.
Lo stesso in attesa delle ulteriori decisioni dell’A.G. dovrà rispettare la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G., ovvero alcuni giorni al settimana ad orari prestabiliti dovrà presentarsi per apporre la propria firma presso il Comando Arma competente.