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Celebrato il 52esimo anniversario della scomparsa del Carabiniere Nicolò Cannella

 E’ stata celebrata, a Casteltermini, la ricorrenza del 52° anniversario della scomparsa del Carabiniere Ausiliario Nicolò Cannella, Medaglia d’Oro al Valor Civile “alla memoria”, deceduto nell’adempimento del dovere in Gibellina (Tp), mentre prestava soccorso alle popolazioni della  Valle del Belìce colpite da devastante sisma.

Per la circostanza, alle 10.00 – presso il locale cimitero – è stata deposta una composizione floreale sulla tomba del militare vittima del dovere, alla presenza dei familiari e delle Autorità civili e militari provinciali. La presenza di un picchetto d’onore e le note del “silenzio” scandite dal trombettiere del 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia” hanno conferito ulteriore solennità al momento religioso, suggellato dalla benedizione impartita dal Cappellano Militare, Don Salvatore Falzone.

Successivamente, alle 10.30 presso la Chiesa Madre di Casteltermini, il Cappellano Militare – unitamente all’Arciprete (Don Carmelo Lo Bue) – ha celebrato una Santa Messa, alla quale hanno partecipato i familiari del decorato, il Colonnello Giovanni Pellegrino (Comandante Provinciale dei Carabinieri di Agrigento) e le massime Autorità della Provincia. Presenti anche rappresentanze dell’Associazione Nazionale Carabinieri della Sezione di Agrigento e dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Agostino De Cosmi” di Casteltermini con circa 40 studenti di scuola primaria e secondaria.

 

Per la tragica scomparsa del Carabiniere Ausiliario Nicolò Cannella, venne tributata alla vittima del dovere la Medaglia d’Oro al Valor Civile “alla memoria” con la seguente motivazione:

“In occasione di disastroso movimento sismico che aveva provocato numerosissime vittime, oltre ad ingentissimi danni, si prodigava per più giorni, con coraggio ed abnegazioni non comuni, in estenuanti e rischiose operazioni di soccorso in favore delle popolazioni colpite. Sorpreso da una nuova violenta scossa tellurica, noncurante del grave pericolo incombente, continuava la propria azione incitando a viva voce gli altri soccorritori con lui operanti a porsi al riparo, finché, travolto dalle macerie di ruderi circostanti, faceva olocausto della vita. Esempio mirabile di altissimo senso del dovere e di elette virtù civiche”.

Gibellina (Tp), 25 gennaio 1968

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