20:00 – La sede decentrata agrigentina dell’Università degli studi di Palermo, rischia la chiusura e tale problema potrebbe riversarsi negativamente anche sui servizi già offerti agli studenti di Palermo e Trapani. Gli universitari che frequentano le lezioni nella sede decentrata potrebbero essere destinati nella sede palermitana qualora questo annuncio si concretizzasse. Per tale motivo anche da Palermo giunge sostegno alla battaglia intrapresa dagli agrigentini, in prima fila l’associazione studentesca “Vivere Polo Agrigento” che da tempo conduce una petizione sia online che cartacea, numerose le istituzioni che si pongono al fianco degli studenti. Ivan Marchese, Presidente dell’associazione studentesca “Vivere Ateneo” invita anche gli universitari palermitani e della sede trapanese a firmare la petizione online (il link sul sito dell’associazione:http://www.vivereateneo.it/news-chiusura-polo-agrigento-firma-petizione-tu ), che ha già raccolto centinai di adesioni, inoltre afferma “La nostra associazione da nni si pone al fianco degli studenti, offrendo servizi e conducendo battaglie per migliorare i servizi, quella della chiusura del Polo Agrigentino è un problema che stiamo attenzionando e affrontando, pronti a qualsiasi azione pur di prospettare soluzioni concrete. Come ormai molti già sanno, la situazione del Polo di Agrigento è drammatica e, se nulla si muoverà, esso rischia realmente di andare incontro alla chiusura. La scelta del commissario straordinario del Libero Consorzio di Agrigento, Alessandra Di Liberto (socio fondatore del CUPA con una quota pari a 750.000.00 euro l’anno) e della Camera di Commercio di Agrigento (socio fondatore con una quota pari a 50 mila euro l’anno) di recedere dal CUPA, impedisce ai soci dello stesso di riunirsi in assemblea dando, dunque, vita ad una situazione d’impasse che porterebbe, inevitabilmente, all’epilogo del polo. Si tratta di una superficialità inaudita che mette a repentaglio non soltanto la comunità studentesca agrigentina ma l’intero territorio che verrebbe privato di una delle poche realtà positive rimaste in quella che è l’ultima provincia italiana. Il CUPA, pertanto, sembra essere un peso per i soci che hanno revocato il sostegno economico-finanziario del Polo piuttosto che un presidio di cultura e di sviluppo per il nostro paese. Numerose le iniziative intraprese dagli studenti per far sentire il loro “No” alla chiusura, incontri e interviste su testate giornalistiche, dibattiti in emittenti radiofoniche e televisive. Liliana Ingiaimo, Preisidente di Vivere Polo Agrigento, afferma “In queste settimane il nostro staff è stato impegnato in diverse azioni volte a sensibilizzare e scongiurare la chiusura del Polo”, a cui si aggiunge la replica di Nino Daino, coordinatore delle sedi decentrate di Agrigento e Trapani per “Vivere Ateneo”, il quale afferma: “Con la nostra associazione agrigentina Vivere Polo abbiamo fatto quadrato, l’impegno profuso e quotidiano di tutto il nostro gruppo sta ottenendo grandi risultati al di la di ogni aspettativa, raggiungendo e coinvolgendo anche personaggi di spicco a livello nazionale che si stanno prodigando al nostro fianco contro tale problema”. Nel frattempo studenti e istituzioni si danno appuntamento a giorno 2 febbraio per l’assemblea generale incentrata su tale problema e sulle soluzioni prospettate (evento sul social Facebook:https://www.facebook.com/events/540767476026334/?source=1 ) .