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Cig in deroga, De Luca e Di Caro (M5S): “Ritardi colossali, nessuna pratica arrivata all’Inps e zero privacy per i lavoratori”

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I deputati regionali intervengono ancora definendo “un disastro” l’operato del governo regionale

Sulla cassa integrazione la Regione annaspa tra ritardi colossali e palesi violazioni della privacy dei lavoratori, tanto che per i deputati regionali Antonio De Luca e Giovanni Di Caro, del Movimento 5 Stelle, l’operato del governo Musumeci “si sta rivelando un vero e proprio disastro, e per vari motivi”.

“Nessuna domanda, fino a ieri sera, era ancora giunta all’Inps dalla Sicilia – riferisce De Luca – mentre chiunque può vedere sul sito dell’ente come le altre Regioni abbiano già inviato numerose pratiche e i lavoratori abbiano ottenuto i primi pagamenti. Sono quasi 30.000, per esempio, le domande dal Lazio e quasi 9.000 quelle della Campania. Segno che altrove si sono saputi muovere molto prima di noi, senza perdere tempo, mentre in Sicilia il presidente Musumeci e l’assessore Scavone stanno facendo attendere ancora i lavoratori e le loro famiglie. Per le prime 1.400 pratiche che secondo l’assessore Scavone dovevano pervenire all’Inps in questi giorni, la strada sembrerebbe tutta in salita”.

“Agli ingiustificabili ritardi – dichiara il deputato regionale M5S Giovanni Di Caro – si aggiunge una totale violazione della privacy dei lavoratori. Sul sito web del Dipartimento regionale del lavoro tutti i decreti già emessi sono visionabili con tanto di dati delle aziende e dei beneficiari. Non era il caso di coprire almeno i dati dei lavoratori? Ammesso che si voglia dare la possibilità, in questo modo, agli imprenditori e ai lavoratori di verificare lo stato di avanzamento delle singole richieste, c’è da dire che purtroppo i numeri delle pratiche non corrispondono a quelli rilasciati dal protocollo. Diventa quindi veramente difficile individuare i decreti lavorati e le ditte, se non spulciando decine di documenti. Insomma la Regione, da quel che vediamo, non si sta certo distinguendo per rigore nelle procedure”, conclude Di Caro.

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