È stata infatti bonificata con oneri a carico della Ditta un’ex cava di circa 21.000 mq. destinata ad essere un’operazione di recupero ambientale che invece si era trasformata in un ulteriore abuso in danno all’ambiente.
La frazione umida dei rifiuti infatti, a seguito di un prescritto periodo di trattamento, può essere trasformata in concime naturale detto compost e con il materiale avente queste caratteristiche doveva essere colmato il vuoto di cava sul quale dovevano essere impiantate colture agrarie.
Non è sfuggito però ai militari diretti dal Sostituto Procuratore Titolare delle indagini Dott.ssa Elenia MANNO, che ad essere stato stratificato alternativamente a banchi di argilla nella ex cava non era compost ma rifiuti solidi urbani indifferenziati. Dall’esame del profilo del terreno infatti i militari hanno rilevato lattine, bottiglie in platica, bidoni, ceramiche, laterizi, paraurti di automobile e persino ornamenti funerari in marmo.
Per la caratterizzazione del rifiuto i militari hanno richiesto il supporto tecnico-scientifico dell’ARPA di Agrigento che ha caratterizzato il rifiuto interrato e prelevato campioni di acqua per verificarne le caratteristiche chimico-fisiche.
Per le violazioni al testo Unico Ambientale furono sottoposte a sequestro l’intera area e delle 2 macchine operatrici mentre compivano le operazioni di interramento.
Il controllo effettuato aveva portato al deferimento di tre persone con ruoli di responsabilità all’interno della Ditta. Dopo un anno e mezzo circa ed una attenta quanto meticolosa attività di controllo nella settimana appena trascorsa sono state ultimate le operazioni di bonifica del sito ed è stato ricostituito lo status quo ante. Continua a rimanere alta l’attenzione per l’ambiente da parte dei militari dell’Arma nell’intero territorio Agrigentino.