Coronavirus: Il sindaco di Ribera, arrabbiato per chi non rispetta il Decreto
Il sindaco di Ribera, Carmelo Pace, in un video messaggio, si mostrato, molto arrabbiato, per i suoi cittadini che non rispettano i Decreti emessi dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e del Presidente della Regione, Nello Musumeci, dopo la morte del loro concittadino, con il Coronavirus.
Nel video messaggio, il sindaco, Pace, commenta: “Questa morte non dovrebbe essere vana, dovrebbe servire da monito a tutti noi riberesi. Ma mentre sto registrando questo video, le strade di Ribera, nonostante i controlli di carabinieri, vigili urbani, del corpo Forestale e della Protezione civile comunale, sono invase dai miei concittadini che sono in giro con le scuse più banali ed assurde. Mi riferiscono i gestori dei supermercati, che fanno il servizio a domicilio, che ci sono persone che fanno file interminabili per comprare 100 grammi di prosciutto o un bicarbonato. Mi vergogno quando i tabaccai mi dicono che ci sono persone, e non sono casi isolati, che fanno file estenuanti per comprare il ‘Gratta e vinci’. Noi oggi non sappiamo, a Ribera, se campiamo o moriamo e ci sono persone che ci e si prendono in giro mettendo a rischio la loro salute, la mia e la vostra, per andare a comprare il ‘Gratta e vinci'”. – e continua – “Mi vergogno quando scopro nelle chat di ragazzi, e non solo ragazzi, che si stanno organizzando, facendola in barba a carabinieri, vigili e sindaco, uno schiticchio fra Seccagrande e Borgo Bonsignore. Mi vergogno quando sento telefonate fra giovani riberesi che si mettono in contatto per eludere il controllo dei carabinieri: ‘Dov’è il posto di blocco dei carabinieri?’. Come se il problema da evitare è il posto di blocco dei carabinieri. Non siamo più consapevoli del fatto che il problema ce lo abbiamo sulle nostre strade, dove c’è la morte. Il Coronavirus è la morte! E’ un problema riberese, non della Cina o solo di Bergamo. Noi abbiamo battuto anche questo record negativo: il primo deceduto, in provincia, per le complicazioni da Coronavirus è un nostro concittadino. Cos’altro deve ancora succedere per costringerci a rimanere nell’unico luogo sicuro che è la nostra abitazione? Non è vero che è soltanto un problema delle persone anziane. Se così fosse sarebbe già un problema serio. E’ un problema che coinvolge tutti: muoiono giovanissimi medici, giovanissimi infermieri, giovanissimi medici, giovanissimi soccorritori. Cos’altro dobbiamo aspettare per rispettare le regole?” – e conclude – “Le nuove ordinanze dicono che si può uscire solo una volta al giorno, che è ‘vietato fare sport all’aperto. Troveremo il tempo, quando tornerà tutto come prima. Andrà tutto bene se si farà come stanno facendo la stragrande maggioranza di concittadini che restano a casa e che ringrazio. Andrà tutto bene se, in questi 10 giorni di ritardo che abbiamo rispetto a Bergamo, rispetto a Lodi, li sfruttiamo. Se, dal punto di vista sanitario, le autorità questi 10 giorni li utilizzano per potenziare le nostre Rianimazioni e i nostri ospedali. Ma non andrà bene se continuiamo ad uscire. Saranno giorni difficili, ma casa nostra è l’unico luogo sicuro. Non possiamo farci vincere dall’ignoranza, Ribera deve mostrarsi quale città matura. I riberesi sono persone intelligenti ed è questo il momento di dimostrarlo. E’ un momento difficile, forse il più difficile dal dopoguerra ad oggi, ma dobbiamo stare uniti simbolicamente”.