Lo spettacolo racconta la condizione di molte “quarantenni” di oggi; quasi sempre figlie di ex sessantottini, laureate, belle, con un buon lavoro e spesso separate con figli. Sono donne intelligenti e sensibili… almeno così si vedono loro… e non capiscono, ma proprio non capiscono, perché non hanno un uomo!
Le donne oggi sono colte, intelligenti, socialmente realizzate e godono di una grande libertà, almeno apparentemente. In realtà è praticamente loro proibito godersi appieno la vita senza rinunce, con frustrazioni antiche, costrette a subire rapporti affettivi ricattatori.
La protagonista di questo spettacolo teatrale è una vera e propria anti-Barbie dipendente dal suo cellulare e in continua trasformazione: madre, figlia, compagna, attrice e soprattutto single. Il cellulare è il vero compagno di vita. Le telefonate della madre, dell’amica e l’attesa angosciante di una risposta a un sms inviato all’inizio dello spettacolo…
Un ironico e travolgente monologo scritto a quattro mani da Elda Alvigini e Natascia Di Vito che indaga sull’universo delle quarantenni di oggi cresciute con la consapevolezza delle lotte per la libertà e le pari opportunità femminili, ma che pagano una visione idealizzata del padre che spesso fa fuggire gli uomini, lasciandole in alcuni casi sole e “inutilmente fighe”.
“E’ lui! Si finalmente mi ha mandato un sms!! “Ma il supermercato è aperto la domenica?” …cosa vuole dirmi? Si perché noi donne negli sms e nei uozzap ci vediamo cose! E prima di trarre facili conclusioni chiamiamo le amiche! “Ma secondo te che mi avrà voluto dire?”
E li le ipotesi le più varie, perché l’sms non è che tu lo leggi e vuol dire quello che c’è scritto, no, l’sms non è di chi lo scrive, ma di chi lo riceve!”
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