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Esplosione a Ravanusa: 3 vittime, 2 sopravvissute, si cercano i dispersi tra le macerie

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Tragedia ieri sera a Ravanusa, nell’Agrigentino. Una ingente perdita di gas nella rete di metano ha causato un’esplosione che ha provocato il crollo di tre case e il danneggiamento di altri edifici. Tre finora le vittime accertate (Si tratta di Pietro Carmina, 68 anni, docente di storia e filosofia dell’istituto Foscolo di Canicattì; di Maria Crescenza Zagarrio, 69 anni e di Calogera Gioachina Minacori, 59 anni.) mentre due donne sono estratte vive dalle macerie (Rosa Carmina e Giuseppina Montana). Sono ancora 6 le persone disperse: quattro abitavano nella palazzina collassata a seguito dell’esplosione e due – compresa una donna incinta al nono mese – erano andate a trovare alcuni familiari.  “Fino a questo momento non abbiamo sentito alcuna voce provenire dalle macerie ma non perdiamo la speranza” fanno sapere i Vigili del fuoco. Secondo le prime informazioni, a fare da innesco alla deflagrazione potrebbe essere stato anche l’ascensore di una delle palazzine, ma i vigili del fuoco non escludono alcuna ipotesi. Sul posto anche le forze dell’ordine e i tecnici dell’Italgas che hanno messo in sicurezza l’area.  Le persone evacuate dalle proprie abitazioni sono un centinaio, tra cui alcuni anziani, che sono state ospitate da amici o parenti mentre la ‘base operativa’ è stata approntata in una scuola. Giù aperta intanto un’inchiesta per disastro e omicidio colposo a carico di ignoti, annunciata dal procuratore della Repubblica di Agrigento, Luigi Patronaggio che questa mattina ha fatto un sopralluogo sul luogo della tragedia.  Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e il capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Guido Parisi sono arrivati a Ravanusa per fare un punto con le autorità locali e col procuratore di Agrigento del Capo della Protezione Civile Curcio e del Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Parisi. “Sono scenari che ci danno forte motivazione. Fino all’ultimo lavoreremo per estrarre dalle macerie le persone coinvolte” ha detto quest’ultimo. “Quando si fa squadra diamo il meglio e il massimo”, ha aggiunto, “il nostro impegno proseguirà fino alla fine. Abbiamo messo in campo le migliori risorse disponibili, il meglio che ci si può offrire. Verificheremo le cause, è necessario farlo per realizzare prevenzione”.

Una fuga di gas che ha saturato il sottosuolo poi una deflagrazione le cui cause non sono state ancora accertate: sarebbe questa la dinamica della violentissima esplosione che a Ravanusa ha distrutto 6 palazzine. Sul posto operano 250 uomini tra vigili del fuoco, protezione civile e forze dell’ordine. “C’è stato un grosso accumulo di gas – dice un responsabile della Protezione Civile- anche se l’Italgas sostiene che solo pochi giorni fa sono stati fatti controlli e non è stata accertata alcuna perdita”. L’impianto della zona ha almeno dieci anni e l’area è soggetta a frane e smottamenti. “Non è ancora possibile risalire alle cause che hanno innescato l’esplosione”, spiegano dalla Protezione Civile.

“Il gas ha probabilmente trovato una cavità in cui accumularsi. Questa sacca di gas risalendo avrà trovato poi un innesco accidentale: un automobile, l’ascensore, un elettrodomestico. Un evento che ha dimensioni eccezionali”. Giuseppe Merendino, comandante dei Vigili del Fuoco di Agrigento. “Ci saranno delle indagini anche nei prossimi giorni – ha aggiunto – è sicuramente un fatto eccezionale con un grosso quantitativo di gas disperso”. Il comandante Merendino ha, inoltre, escluso che nei giorni precedenti ci siano state delle segnalazioni su perdite di gas.

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