L’inizio della fase 2, con il rientro al lavoro di molte persone, richiede ovviamente una maggiore disponibilità di mascherine. Per questo FederFarma nazionale già da tempo si è attivata rendendosi disponibile a distribuire gratuitamente le mascherine della Protezione Civile. La federazione dei farmacisti lamenta però alcune richieste ancora non accolte e la accuse ingiuste ricevute dall’opinione pubblica. Secondo Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo e segretario nazionale di Federfarma, è stato “chiesto un prezzo controllato, allo scopo di evitare le speculazioni di cui è stata vittima la farmacia italiana e che si sono abbattute sui cittadini. Chiesta anche a viva voce e con gran forza l’abolizione dell’Iva su questi dispositivi indispensabili oggi più che mai”.
“Purtroppo l’Italia deve affrontare gli eventi senza un’adeguata preparazione. Ad oggi in molte farmacie – constata Tobia – le mascherine non sono arrivate. La distribuzione intermedia avrebbe dovuto distribuire quelle della Protezione civile ma, a causa dei ritardi degli enti certificatori, non può ancora immetterle nel circuito. Le mascherine continuano a essere vendute nelle poche farmacie che ne sono fornite, ad un prezzo pubblico di 50 centesimi più Iva, quindi a 61 centesimi, non essendo stata ancora abolita, come promesso dal governo, l’aliquota del 22%”.
Il numero uno di FederFarma asserisce quindi che non è sicuramente colpa dei farmacisti, coloro che rispondono direttamente ai cittadini sopperendo alle carenze di qualcun altro.“Addebitarci responsabilità non nostre non risolve il problema. Avviare la ‘fase 2’ senza un’adeguata dotazione di mascherine potrebbe fare risalire velocemente la curva dei contagi”. Per questo il presidente di Federfarma Palermo ha lanciato un appello alle Prefetture e al governo regionale perché aiutino i farmacisti ad affrontare questa ‘emergenza nell’emergenza’.
“Oggi le mascherine sono quasi del tutto introvabili ma a subire le comprensibili reazioni dei cittadini, che giustamente pretendono di trovare le protezioni individuali, – ha detto Roberto Tobia – ci siamo solo noi farmacisti esposti in prima linea. Siamo stanchi di essere mandati allo sbaraglio senza alcun supporto concreto sin dall’inizio della pandemia. Non ci siamo mai sottratti al dovere di restare aperti, anche senza mascherine né altre protezioni, al servizio dei cittadini, dai quali raccogliamo continue attestazioni di stima per il nostro operato”.
Il servizio di dispensazione dei farmaci è stato finora sempre garantito, soprattutto nelle zone rosse. Con quale risultato? “Sedici nostri colleghi – ha amaramente detto Tobia – sono morti a causa del contagio. Un prezzo altissimo pagato dalla nostra categoria. Eppure qualcuno cerca di far passare nell’opinione pubblica l’idea che siamo speculatori. Bisogna invece bonificare il dibattito politico dalla questione del prezzo di un prodotto che non c’è, e darsi tutti da fare per dare risposte al bisogno di tutela dei cittadini”.