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Feditalimprese: Sostegno alle imprese o “incentivo” alla chiusura?

A 3 mesi dal primo decreto di fine gennaio sulla emergenza Covid-19, i contribuenti e soprattutto le piccole imprese, non riescono a vedere quella luce in fondo al tunnel conseguente ai presunti buoni propositi e annunci continui. Si intravede, al momento, solo kaos di provvedimenti continui redatti, da una burocrazia lontana dalla realta’, con tutta la sua complessità e diversità.

“Tante afferma Gianluca Micalizzi presidente di Feditalimprese, le attività artigianali, commerciali, dei servizi che saranno costrette alla chiusura per effetto della serrata generale prolungata. Ma ciò che più le sta mortificando, sono le presunte soluzioni/agevolative per evitare la disfatta. Continui annunci e conseguenti aspettative per i cosiddetti tanti miliardi a sostegno dell’economia”.

In effetti con le misure così come pubblicate con i dpcm e con i decreti dei giorni scorsi, le imprese vengono invitate a fare debiti per onorare gli stessi debiti nei confronti del fisco o dei fornitori di servizi, con la restituzione del prestito al riavvio della attività…. Se ancora sarà possibile per tanti riavviarla…

“Di fatto continua, Salvo Mancarella di Feditalimprese, alle piccole attività non viene “dato” nemmeno un centesimo di euro. Si offrono, solamente, garanzie pubbliche sui mutui (non per tutti…) che gli imprenditori dovrebbero contrarre per andare avanti e per onorare, anche, i pagamenti verso il fisco. Accedere, quindi, per quelli che riusciranno, più che un sollievo, diventa un prossimo incubo”.

Evidente, l’impossibilità di restituire quanto dovuto. Bisogna essere miopi per intravvedere una immediata ricchezza viste le ristrettezze negli spostamenti che continueranno ancora per un po.

Alla fine, quindi, ad essere garantite saranno solo le banche che erogheranno quel mutuo, non la piccola impresa che riuscirà a contrario. L’impresa che non restituirà, fallirà. La soluzione, pertanto, non può essere lasciata solo in mano a chi ha ruolo politico, o a funzionari che non conoscono la realtà delle imprese. Così come, non e’ utile creare comitati (costosi) per studiare soluzioni. Le soluzioni si trovano facendo incontrare, gratuitamente, le organizzazioni di rappresentanza delle Piccole e medie imprese con i rappresentanti del fisco. Fuori da questa soluzione, avremo i soliti decreti o dpcm lontani dai problemi reali  dei cittadini. Si continuerà a mettere i poveri, gli uni contro gli altri.

Feditalimprese chiede la convocazione di tavoli di confronto con i rappresentanti delle Piccole e medie imprese, il prima possibile al fine di studiare ed adottare soluzioni adeguate al momento.

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