Anche gli Ultras dell’Akragas, rispondono presente alla campagna “Senza tifo non c’è calcio”.
Il movimento mette insieme circa 400 curve e tifoserie non solo del calcio ma anche altri sport nazionali. Ci sono i gruppi di tifoserie organizzate di tutte le categorie anche a livello dilettantistico. Per una volta si mettono da parte odii e rancori per lanciare un messaggio dal coro unanime: “No al calcio azienda per fare business spinto dalle pay-tv e dalle federazioni Nazionali ed Internazionali”. Non si può pensare al denaro in un momento come questo.
Gli ultras d’Europa lanciano un appello per fermare tutti i campionati. Vi aderiscono anche i gruppi italiani, tra cui anche gli ultras dell’Akragas calcio che così hanno affermato:
“STOPFOOTBALL NOFOOTBALLWITHOUTFANS racchiude circa 250 curve e tifoserie europee” -affermano gli ultras dell’Akragas- non solo del mondo del calcio, ma anche tutti gli altri sport, comprese le categorie dilettantistiche. Tutti gli ultras si sono uniti mettendo da parte le rivalità contro uno Stato che vede e usa lo sport solo come azienda per fare business, sotto la spinta delle pay tv, della Figc, della Uefa, infischiandosene delle problematiche sanitarie che stiamo attraversando, mettendo da parte la sicurezza del popolo italiano per pensare solo al dio denaro. Noi, sostenitori da sempre dell’Akragas pensiamo che sarebbe grave una ripartenza dello sport. L’Europa è nella morsa del Coronavirus. I governi hanno dichiarato il lockdown totale tutelando così la cosa più preziosa che abbiamo: la salute pubblica, primo obiettivo per tutti.
Siamo fermamente convinti che a scendere in campo sarebbero solo ed esclusivamente gli interessi economici e questo viene confermato dal fatto che il campionato dovrebbe ripartire a porte chiuse, senza il cuore pulsante di questo “sport popolare”: I TIFOSI.
Ci è più che lecito pensare che, ancora una volta, la supremazia del denaro vada a calpestare così il valore della vita umana.
Pertanto, chiediamo fermamente agli organi competenti di mantenere il fermo delle competizioni calcistiche finché affollare gli stadi non tornerà ad essere un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva.
Se il sistema calcio si trova in una situazione di tanta difficoltà, la colpa va attribuita alla mala gestione degli ultimi decenni.
Mal gestione che abbiamo sempre messo in evidenza con il solo ed unico fine di tutelare e salvaguardare lo sport più bello del mondo.
Oggi il calcio è considerato più come “un’industria” che come uno sport; dove le PAY-TV tengono sotto scacco le società, alimentandole con i propri diritti televisivi, permettendo così alle società stesse di poter pagare stipendi spropositati ai calciatori e alimentando a loro volta la sete di denaro di procuratori squali, il cui unico obiettivo è quello di gonfiarsi il portafoglio. Un sistema basato solo ed esclusivamente su business ed interessi personali che se non verrà ridimensionato quanto prima porterà ad un solo ed unico fine: LA MORTE DEL CALCIO STESSO.
Tutto questo deve cambiare.
Siamo pronti a confrontarci con chi di dovere per riportare il calcio ai suoi albori, per tornare a vivere la nostra più grande passione in prima persona, per far in modo che questo torni ad essere UNO SPORT POPOLARE”.
Gli ultras dell’Akragas calcio