Una bella serata che –conclude Vincenzo Mula, per molti, è proseguita con la partecipazione, presso il Teatro San Francesco di Favara, alla messa in scena dell’atto unico “1…2..3 … Rintocchi di follia” scritto e diretto da Antonella Morreale”. Il poeta Vincenzo Arnone su facebook ha commentato: “Stasera ad Aragona Sofia Pirandello ha presentato il suo libro “Candido suicida” , e nell’occasione ho avuto l’opportunità di recitare la mia poesia ” Li du frati lu primu turnu a la pirrera”, grazie alle iniziative organizzate dalla comunità ed alla propensione alla Cultura del Sindaco Peppe Pendolino e alla sua amministrazione, in diverse occasioni ho avuto modo di essere narratore di avvenimenti purtroppo tragici avvenuti nelle miniere, ricordando le origini minerarie di gran parte delle famiglie aragonesi e trasmettere quali valori dei nostri padri “Suffarara” . Sono fiero e orgoglioso di Loro”. Era,infatti, il 1907 quando Luigi Pirandello ambientava nella miniera Taccia Caci di Aragona “I vecchi e i Giovani” e Ciaula scopre la Luna. Dal 1900 circa, le miniere si consorziarono fra di loro in modo da formare un complesso industriale capace di condurre ricerche e lavorazioni su vasta scala. Quindi per opera della Società des Mines il gruppo di miniere di Aragona raggiunse uno sviluppo notevole, tanto da poter essere incluso nel ristretto elenco delle grandi miniere solfifere. In quel contesto storico Aragona raggiunse prosperità economica. Verso la fine dell’ottocento in tale gruppo di miniere opera Stefano Pirandello sia come commerciante sia come produttore di zolfo attraverso un contratto di gabella che stipula con il principe di Aragona, Antonio Burgio Brancaccio. In questo fondo ebbe una partecipazione diretta, anche se breve, Luigi Pirandello , in particolare nella conduzione, appunto, della miniera che chiama Taccia – Caci, la zolfara grande nel suo celebre romanzo I vecchi e i giovani, riscritto definitivamente nel 1913. La miniera Taccia-Caci fu fonte di notevole guadagno per la famiglia Pirandello, ma anche causa del dissesto finanziario che compromise la salute mentale della moglie dello scrittore Donna Antonietta Portolano, e che ritorna variamente nelle sue opere, determinando che la vocazione alla letteratura diventi scelta obbligata, il mezzo per procurarsi da vivere e far quadrare il bilancio familiare. La presenza di Sofia Pirandello ad Aragona, rappresenta, così, un ulteriore stimolo per rilanciare il Parco Minerario. Quella di Aragona è stata la seconda tappa del tour di Sofia in Sicilia che il 23 aprile è stata a Palermo , ieri ad Aragona, oggi a Favara, per chiudere il 26 aprile a Catania. Ci auguriamo che Aragona possa portare a Sofia la stessa ispirazione e fortuna letteraria che è stata del nonno Luigi Pirandello.