Al momento dell’accesso presso la sede della ditta individuale S.A. di Menfi, le fiamme gialle, avvalendosi anche di personale del dipartimento di prevenzione veterinario di Agrigento, hanno riscontrato numerosi dipendenti intenti alla lavorazione di varie tipoligie di prodotti ittici destinati al mercato locale, il tutto in assenza di qualsivoglia autorizzazione igienico-sanitaria ed in violazione di ogni benché minima norma in materia di sicurezza alimentare.
Gli accertamenti condotti hanno permesso di rilevare la presenza di circa 5 tonnellate di prodotti ittici, stoccati e lavorati per la successiva rivendita, (con prevalenza di pesce sciabola e crostacei) in cattivo stato di conservazione oltrechè privi di riferimenti circa la loro provenienza.
Circostanza, quest’ultima, ulteriormente aggravata dalla continua violazione della normativa sanitaria vigente e con possibili gravi ripercussioni sulla salute pubblica atteso che da analisi di laboratorio e’ stata riscontrata la presenza del parassita “anisakis” con specifico riferimento al pesce sciabola.
L’attività, coordinata dalla Procura della Repubblica di Sciacca, si è conclusa con la denuncia a piede libero del titolare dell’azienda controllata per violazione dell’art. 5 legge 283/1962 e con il conseguente sequestro penale dello stabilimento di lavorazione e di oltre 4.700 kg di prodotti ittici.
Oltre alle eventuali conseguenze di natura penale (la pena prevista per tale condotta illecita è, infatti, l’arresto fino ad un anno e l’ammenda sino all’importo massimo di 30.987 euro), il titolare dall’attività commerciale in questione dovrà farsi carico delle spese di distruzione dell’intero quantitativo di merce sequestrata oltre a sostenere le sanzioni per avere utilizzato personale non in regola con gli obblighi di assunzione.