Il caso “Buttanissima Sicilia”.
Riceviamo e pubblichiamo:
“Il popolo dei dipendenti regionali aveva salutato l’avvento del governo “Musumeci”, come il momento del cambiamento, forte del mito dell’uomo forte e giusto, ogni singolo dipendente sperava, in cuor suo, di vedere ristabilita la giustizia sugli abusi perpetrati dalla “vecchia” politica in danno delle tasche e della dignità dei “regionali” sempre appesi alla “croce” mediatica, “utili” appunto alla politica per nascondere all’opinione pubblica la realtà delle proprie incapacità e dei propri insuccessi.
Si pensava che il governo Baccei-Crocetta avesse toccato il fondo da questo punto di vista, che aveva “giochicchiato” con le OOSS come il gatto con il topo, sul rinnovo del CCRL. Infatti vista la sentenza della Consulta del settembre 2015 che obbligava le P.A. al rinnovo dei contratti di lavoro, il governo “tosco-siciliano” con la scusa dell’austerity aveva individuato a copertura del rinnovo del CCRL solo 10 milioni di euro per i contratti di lavoro scaduti dal 2005, ovvero a parole voleva fare il rinnovo ma nei fatti certamente no.
Addirittura c’è stata la “furbata” di stralciare parte del CCRL (scaduto) con la scusa di allinearsi ai Contratti di Lavoro Nazionali, modificandolo per legge senza alcuna concertazione con le parti sociali.
Però c’è qualcuno che sostiene che anche per “copiare” ci vuole “classe” e probabilmente il talento non è proprio di casa nei meandri delle stanze dei bottoni di Palazzo dei Normanni, infatti le norme inserite nel testo normativo hanno combinato un mare di guai, “arraffazzonando” un testo incomprensibile ai più e comunque danneggiando ulteriormente i “regionali” fino a contrastare e “forzare” la ratio della norma nazionale dei permessi della Legge 104, poi dopo anni di lotte e ricorsi, ultimamente (anche con legge) è stata ripristinata la formula dei 3 giorni o 18 ore e non solo ad ore. In quella famosa (o famigerata) Legge Regionale N.9 (2015) si introdusse il sistema di decurtare una quota stipendiale dalle malattie fino a 10 giorni, combinando anche in questo caso un “papocchio” con “costi” maggiori per i “cattivi” dipendenti regionali e financo la famosa norma della mobilità entro i 50 km, così come per i colleghi della P.A. nazionale.
Sfuggì forse ai più, e comunque a chi dovrebbe affrontare questi temi sociali senza alcun pregiudizio, che purtroppo ahimè, grazie al lavoro certosino di una certa “cattiva” informazione (su tutti una nota testata giornalistica regionale) ha inculcato nell’immaginario del Siciliano-tipo l’immagine del dipendente regionale al pari di una figura demoniaca, spesso ai limiti del banditismo, ignorante, lavativo, raccomandato, indolente strapagato e chi più ne ha più ne metta. E pazienza se da13 anni non si ha alcun aumento e pazienza se il “toscano” Assessore Baccei ha pensato che non c’era nemmeno bisogno dell’indennità per il mancato rinnovo contrattuale previsto per legge, così sempre nel famoso calderone della L.R. 9/2015 ci ha infilato un bel trafiletto che eliminava anche la possibilità di richiedere tale “elementare” indennità per il periodo 2011/2015.
Ma la parte forse più interessante di quella legge, ricorderete fu il collocamento in quiescenza di circa 5000 dipendenti ed un migliaio di Dirigenti, in nome della “eresia” dura a morire che la Regione Siciliana ha “troppi” dipendenti. Mai nessun “Giletti” di turno ha voluto spiegare che la Regione Siciliana avendo uno Statuto Autonomo, ha competenza su diversi settori del pubblico impiego che nelle rimanenti regioni a statuto ordinario viene svolto e pagato dallo Stato (indirettamente contribuisce anche la Sicilia) nella nostra regione vengono svolti dai cosiddetti “regionali” ma che svolgono compiti “statali”, vedi i Beni Culturali, Geni Civili, Motorizzazioni civili, Uffici del Lavoro, Ispettorati del Lavoro,Forestali, etc. Quindi un vero “falso mito”, ma per soddisfare l’accozzaglia di denigratori della nostra terra, fu messa in atto questo mega esodo, avendo persino l’ardire di dire che la Regione avrebbe risparmiato! Ma cosa? La Regione non ha un vero e proprio Fondo Pensioni come gli altri dipendenti pubblici (INPS) ma i pensionati vengono pagati dal Bilancio corrente della Regione allo stesso modo dei dipendenti attivi. Morale: finalmente la regione Sicilia si omologa alle altre regioni con meno dipendenti.
Ma ad un tratto si scopre che molti dipartimenti sono senza personale! Ed ancora non è finito l’intero esodo che si completerà nel 2020!
Ma scusate prima di prevedere esodi del genere la Regione ha mai compreso quante attività svolge e quanto personale serve?
E cosa trova intelligente questo governo? Rispolverare la Circolare “Pistorio” ribattezzandola “Grasso”, e lasciando tutte le “lacune” di una circolare che non individua alcun metro oggettivo per la realizzazione delle graduatorie di mobilità (le procedure vengono lasciate all’approssimazione degli Uffici periferici senza alcun coordinamento e soprattutto aderenza alle norme contrattuali e sindacali). I famosi trasferimenti di tipo nominativo che avrebbero dovuto essere di tipo “premiale”
da parte del Dipartimento richiedente (intuito personae) diventano di fatto “punitivi” dacché è il Dipartimento cedente che “individua” i nominativi, evidentemente cederà i non “graditi”, magari chi evidenzia tutti i problemi di una Amministrazione “malata”. Ovviamente non possiamo credere che questa è una operazione che abbia i “crismi” previsti del Diritto Amministrativo e del Lavoro nonché di tutte le tutele Costituzionali, ma questo è (se vi pare)!
Ma appare ancora più emblematico il meccanismo con cui la Funzione Pubblica Siciliana abbia individuato “secondo illogicità” le c.d. eccedenze di personale. Preso il numero complessivo dei dipendenti e proporzionandolo con il numero dei dipendenti per ogni Dipartimento si sono (a loro modo di vedere) rilevati quali Uffici avessero la percentuale maggiore di personale indipendentemente da competenze e numero di siti gestiti e vastità territoriale. Per cui i maggiori Dipartimenti come ad esempio quello dei Beni Culturali sono stati individuati quale “serbatoi” da dove attingere il personale mancante, con buona pace di verificare se dalla mobilità di questi dipendenti “scelti” si fossero determinati disservizi o chiusure di siti. Ed è quello proprio che sta
succedendo. Ma si può essere così ottusi?
Si possono pagare queste menti eccelse di mega-dirigenti per creare questi disastri? Ci auguriamo che la Corte dei Conti indaghi sulla vicenda, perché dietro a chiusure di siti archeologici o museali (oltre ad interruzioni di pubblico servizio con evidenti risvolti penali) c’è un mancato introito di risorse economiche e danno per l’erario! Qualcuno deve pagare! Non possono essere sempre e solo i cittadini ed i dipendenti della Sicilia.
Infine si voleva spiegare ancora la questione del limite dei 50 km della mobilità del personale, su cui spesso i nostri amministratori si “dispiacciono” di non potere “osare” di più proprio perché “vincolati” dalle norme nazionali. Essere trasferiti per un dipendente della P.A. di Milano ad esempio, grazie alla efficiente rete viaria, ferroviaria e pubblica non comporta enormi difficoltà mentre la stessa cosa pensiamo non possa dirsi in Sicilia, terra in cui manca completamente una rete ferroviaria degna di questo nome, dove il sistema viario è al collasso e dove non esiste nessun mezzo complementare che abbia i connotati di servizio pubblico in termini di copertura territoriale e temporale. Con quale faccia di bronzo si cerca di allinearsi alle norme nazionali o addirittura andare oltre?
Quando si parla di “allineamento” della P.A. Siciliana col resto dell’Italia perché non viene contemplata in termini di riduzione degli stipendi dell’ARS?
Il rinnovo del CCRL tarda ad arrivare e le premesse degli ultimi incontri tra ARAN Sicilia e le OO.SS. non lasciano presagire ancora nulla di buono. E mentre nel resto del Pubblico Impiego della penisola i contratti di lavoro sono stati tutti rinnovati, il Governo Musumeci continua con le logiche che avevano contraddistinto i governi precedenti: parole, parole, parole.
Ma non basta, invece di “efficientare” la macchina amministrativa con un nuovo sistema classificatorio del personale capace di valorizzare professionalità acquisite e personale in possesso di laurea, l’Assessore Grasso sempre attraverso la TV annuncia 400 stagisti alla Regione. Vista così sembrerebbe una cosa bella e lo sarebbe se fosse in aggiunta a quanto appena detto.
Allora facciamo il punto di quanto detto: prima i dipendenti sono troppi e oltre 5000 li mandiamo in pensione e li continuiamo a pagare dal bilancio corrente senza alcun risparmio. Poi siccome si scopre che invece ci sono Uffici con carenze di personale ne movimentiamo a bizzeffe senza alcuna logica, e pazienza se per fare poco più di 20 Km ci si impiega oltre 45 minuti (vedi Agrigento con ponti chiusi, carreggiate ridotte e strade dissestate), con l’occasione facciamo chiudere anche qualche museo così perdiamo pure quel poco di “appeal” che ci rimaneva con i visitatori stranieri. In compenso non si rinnova il CCRL e ci si ostina a non voler riqualificare il personale, utilizzando al meglio le professionalità e chi possiede già titoli accademici (anche acquisiti durante l’attività lavorativa) di contro si vogliono creare altri “precari” come gli stagisti.
Ora se tutto ciò ha un senso, può avere anche un titolo come il libro di Pietrangelo Buttafuoco, “Buttanissima Sicilia”.
Agrigento 06/10/2018
Giovanni COCO
Segretario Provinciale Sadirs Agrigento