La richiesta di riconoscere la professione dell’infermiere tra i lavori usuranti, ha poi spiegato Nursind al ministro, “consentirebbe alla categoria di beneficiare delle forme di anticipo pensionistico, previste per legge, soprattutto in vista della fine della sperimentazione di Quota 100”.
In merito all’utilizzo, sempre più frequente nel pubblico impiego, di personale con contratti privati stipulati attraverso agenzie di somministrazione lavoro, il sindacato ha rimarcato come si tratti di “una prassi che non solo costituisce un aggravio di spesa, ma provoca soprattutto una parcellizzazione del lavoro pubblico”. Nursind ha inoltre puntato l’indice contro il ricorso a false partite Iva da parte delle pubbliche amministrazioni: “Rappresenta una grave anomalia. Non è altro che una deprecabile scorciatoia per colmare i vuoti d’organico, invece di indire pubblici concorsi. Tra l’altro – hanno aggiunto i delegati sindacali – questa pratica favorisce assunzioni senza una vera e propria procedura selettiva, ragion per cui andrebbe limitata solo a casi specifici, debitamente giustificati e per periodi estremamente limitati”.
Al termine del confronto, il ministro, raccolte le istanze, si è detta “disponibile” ad approfondire la questione dell’utilizzo di particolari rapporti di lavoro extra concorso per la pubblica amministrazione. Catalfo ha inoltre espresso interesse a valutare con la massima attenzione la possibilità di forme di anticipo pensionistico per gli infermieri.