Ecco la lettera del coach:
“Quante volte in questi anni ho provato a immaginare questo momento, ovvero quello nel quale mi sarei seduto davanti a una tastiera per provare a dare una forma ai sentimenti, per realizzare un messaggio di saluto nel quale compendiare le sensazioni e i ricordi di un periodo professionale e personale così lungo e così particolare.
Quante volte le parole fluivano facilmente nella mia mente dandomi la fallace sensazione che in fondo non sarebbe stato poi così complicato farlo ed invece, ora che quel momento è arrivato, nulla mi sembra più complesso e difficile.
Certo modi e tempi sono stati così particolari che i processi di metabolizzazione e sedimentazione emotiva che mi sono così cari sono stati assolutamente stravolti dall’imprevedibilità e dalla frenesia del nostro mondo al punto che alla fine è accaduto ciò che non avrei ne ipotizzato ne voluto, non rispettare il fatto di aver accettato una nuova avventura “giurgintana” un’accettazione frutto più di una sorta di appartenenza che per obblighi contrattuali.
La serietà della proposta ricevuta e di chi l’ha formulata, unitamente a una situazione logistica che mi può consentire una maggiore presenza nel confronti della realtà familiare, aspetto questo che da tempo è diventato sempre più presente nei miei pensieri, mi hanno spinto a confrontarmi e a parlarne con la persona che in questi anni, nei momenti difficili così come in quelli felici, è sempre stato il mio interlocutore privilegiato, ovvero il “pres” come da otto anni amo chiamarlo.
Ed ancora una volta è stato lui ad aiutarmi con le sue parole a trovare la serenità per prendere una decisione dolorosa e difficile come quella che ho preso, dilaniato sia in ambito professionale che personale dal conflitto interiore tra logiche e sentimenti.
Cambierà dunque il mio ruolo professionale ed ora potrò permettermi di tifare a distanza e senza troppe limitazioni per il Gigante, orgoglioso di aver fatto parte per otto anni di una Società, di una Famiglia e di un gruppo di lavoro speciali e a cui devo davvero tanto, cullando nel più profondo nel cuore la speranza, ma nello stesso tempo anche il timore, di un derby nei prossimi play-off.
Le logiche professionali impongono sempre di voltare pagina e rituffarsi nella nuova avventura con energia ed entusiasmo e così sarà per me come per tutti coloro che continueranno a lavorare in Fortitudo così come di chi sarà chiamato a ricoprire il bellissimo ruolo di allenatore di questa Società, un ruolo gratificante e puntellato su certezze che non affondavano le proprie radici nella figura di Franco Ciani, ma nella serietà di chi ne è a capo e di chi vi opera.
Non smetterò mai di essere affettivamente legato a questa città e a questa Società, né tantomeno di essere grato ed orgoglioso per una cittadinanza onoraria che mi legherà per sempre alla “città più bella dei mortali” e se sono stato in grado di non piangere nel momento in cui otto anni fa è iniziato il primo viaggio verso il “Sud” non posso promettere di esserlo altrettanto ora, ma questo, ve lo assicuro, non vi darò mai la soddisfazione di sentirmelo ammettere.
Molte volte mi è stato chiesto come mi sarei sentito in questo momento e vi confermo che sono sempre stato buon profeta nel rispondere che mi sarei sentito un po’ più povero, per quel grosso pezzo di me e del mio cuore che resteranno per sempre qui, ma anche più ricco per tutti i ricordi, gli affetti, i rapporti interpersonali che invece nella mia anima albergheranno per sempre.
Ho conosciuto persone speciali che continueranno a far parte della mia vita, ognuna di loro magari in modo diverso, nella speranza che ognuna di loro percepisca la sfumatura che la riguarda trovandosi all’altra estremità dello stesso sentimento.
Da tempo sono abituato a riassumere alla squadra i momenti topici di una stagione o la chiave di lettura di una partita con una parola ed oggi vorrei provare a fare altrettanto con tutti coloro che vorranno leggere questo mio ultimo “blog”, ma per quanto mi stia sforzando non riesco a trovarne una che sia particolarmente originale.
L’unica che mi rimbalza nella mente per quanto possa sembrare banale è GRAZIE!!!
Grazie al presidente Moncada ed alla sua famiglia per aver creduto in me sempre, anche nei momenti meno esaltanti di questi otto anni, soprattutto per avermi fatto sentire a casa non solo professionalmente ma anche come uomo, e poi per quanto descritto all’inizio. Sono certo che il nostro rapporto umano resterà inalterato e forse finalmente dopo otto anni, approfittando anche (ahimè) del fatto di essere due anni più vecchio di lui, troverò il coraggio di chiedergli il permesso per dargli del tu, cosa che finora non sono mai riuscito a fare.
Grazie a Cristian per essere stato il primo a puntare su di me e per tutte le ore di lavoro passate insieme, anche per i momenti di non condivisione che fanno parte della vita di tutte le persone, ma che mai hanno limitato la nostra volontà di lavorare per il bene della Società.
Grazie a Luigi, un amico prima ancora che un vice allenatore e soprattutto una persona che per me in questi anni è sempre stata una presenza irrinunciabile al mio fianco, a Totò, l’uomo che rieduca atleti e tonni con lo stesso grande entusiasmo, a Peppone, sempre animato da straordinaria passione e senso di appartenenza, e via via a tutti gli allenatori che nel nostro settore giovanile si sono succeduti in questi anni e a tutti coloro che in ogni forma di collaborazione per il bene della pallacanestro siciliana hanno creduto, lavorando con entusiasmo al nostro fianco.
Grazie a tutto lo staff societario, da Angelo, il vice presidente, in, poi persone speciali con cui sono davvero felice di aver lavorato Giancarlo, Guglielmo, Beppe, Rosario, Laura, Gabriella, Silvio, Claudia, Piero, Federica, Mimmo, Gerlando, Piero, Tonino, Salvo, i dottori (quanto mi mancherà la domenica Alfonso ed il suo abbraccio finale), Lello, Maurizio, Dario, Antonio, Pic, Damiano, Mimmo e il fantastico Zi Pè (dimenticato nessuno? Speriamo! Nel caso…perdono!). Non è importante ricordare i ruoli che hanno avuto ma il fatto che ci sono stati e che continueranno ad esserci per me.
Grazie a tutti i giocatori che hanno vestito questa maglia e hanno sudato con me tutti i giorni sempre con impegno professionalità applicazione e rispetto per città e Società, diventando non solo beniamini del pubblico, ma anche esempi per tutti i nostri giovani cestisti.
Grazie ai giornalisti per la serietà e la correttezza che con me hanno dimostrato e per la loro presenza e infine un enorme grazie ai tifosi a quelli organizzati, la Family (anche per le lanne !!!), la Curva, i 92100, e a quelli indipendenti, da coloro che lo sono stati sempre e comunque a chi si è fatto trascinare dalla moda del momento, compresi coloro ai quali non sono mai stato troppo simpatico o che sono sempre comparsi solo nei momenti di difficoltà perché il rispetto delle opinioni altrui fa parte del mio modo di pensare. A loro chiedo di continuare ad amare la Fortitudo e a farlo sempre di più.
Ci sarebbero mille altri ringraziamenti da fare, ma mi sono dilungato fin troppo ed è ora di chiudere e salutare, è giusto che per me e per la Fortitudo Agrigento il domani inizi non senza ricordi o un pizzico di tristezza, ma con necessario nuovo entusiasmo, quell’entusiasmo per il mio lavoro che tutti voi avete contribuito ad alimentare in questi otto anni.
A tutto ciò che per me sarà sempre speciale, ovvero a tutto ciò che posso racchiudere nella parola “Agrigento” grazie…..mille volte GRAZIE”.
Con affetto
Franco