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La Polizia di Stato ha proceduto al sequestro di prevenzione dei beni nei confronti di un presunto mafioso

Durante l’operazione, la Questura ha eseguito il decreto emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, con cui è stato disposto il sequestro nell’ambito del procedimento finalizzato all’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca di beni, ai sensi del Codice Antimafia e della Misure di Prevenzione.

Il T.F., di anni 41, al momento detenuto, è stato arrestato in data 27.11.2015 e sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere, in quanto accusato del reato di cui all’art. 416 bis C.P., per aver svolto funzioni di raccordo e collegamento tra CAMPO Pietro, appartenente alla famiglia mafiosa di Santa Margherita Belice, ed altre famiglie mafiose del territorio agrigentino.

Il Tribunale di Agrigento, con la sentenza del 19.10.2018, ha riconosciuto il T.F. colpevole del reato contestatogli, e lo ha condannato a sedici anni di reclusione per il delitto di partecipazione all’associazione mafiosa cosa nostra.

Le indagini erano state sviluppate dalla Polizia di Stato ed in particolare dalle Squadre Mobili di Agrigento e di Palermo nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “ICARO”.

Il sequestro è stato eseguito dalla Divisione Anticrimine e delle Squadre Mobili di Agrigento e Palermo ed ha riguardato tre appezzamenti di terreno agricolo, per complessivi quattro ettari, coltivati a vigneto, oliveto e agrumeto, siti nel Comune di Siculiana, per un valore di mercato di  oltre 60.000 euro.

La misura di prevenzione patrimoniale mira a contrastare i soggetti riconosciuti portatori di pericolosità sociale e colpisce le ricchezze accumulate illecitamente o acquistate in condizione di sperequazione finanziaria.

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