Dalla breccia di Porta Pia alla battaglia di Adua, infatti, il filo della storia lega la vita di Francesco Crispi alle gesta eroiche dei bersaglieri.
Infatti, con l’annessione di Roma all’Italia e la prima vittoria della Sinistra, guidata da Depretis, alle elezioni del 1876, Francesco Crispi viene nominato presidente della Camera.
I bersaglieri, successivamente, diventeranno gli eroici protagonisti della penetrazione italiana in Africa e la formazione della colonia dell’Eritrea.
Crispi, infatti, mosso dalla volontà di fare dell’Italia una grande potenza mediterranea continua la politica coloniale già iniziata dai governi precedenti, occupando Asmara nel 1889 e stabilendo un protettorato sul Mar Rosso, che nel 1890 viene ufficialmente denominato colonia Eritrea.
Per lo statista siciliano l’Africa avrebbe dovuto rappresentare una valvola di sicurezza della pressione contadina: “il polmone d’Italia”, come egli diceva, una colonia di popolamento per l’esuberante mano d’opera italiana.
D’altra parte, lo stesso Crispi aveva dichiarato in un suo famoso discorso a Torino nel 1887 : “Noi non vogliamo avventure, non guerre di conquista che anzi condanniamo apertamente. Nostra ambizione è che l’Italia si rifaccia e si espanda là dove spontaneamente vanno i suoi figli”.
La sconfitta di Adua nel 1896, che costrinse Crispi alle dimissioni, consegno,però, alla storia le gesta eroiche dei bersaglieri.
La mostra che si inaugura giovedì alla “Scala Reale”, realizzata col patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana e della Presidenza della Regione Siciliana, ricostruisce gli ambienti di vita e di lavoro del più volte primo ministro del Regno d’Italia con documenti originali dell’epoca ed effetti personali del dibattuto politico italiano.
L’ex Provincia ha deciso, così, di celebrare uno dei personaggi storici tra i principali protagonisti del Risorgimento italiano.
Francesco Crispi, ricordiamo, nacque a Ribera il 4 ottobre del 1818. Fu un acceso sostenitore del partito antiborbonico e prese parte attiva nell’organizzare dell’insurrezione palermitana del 1848.
Avvocato e patriota ebbe un ruolo decisivo nel convincere Garibaldi a compiere la Spedizione dei Mille.
Proclamata l’Unità d’Italia, Crispi abbandonò le posizioni repubblicane, aderendo alla monarchia.
Divenuto presidente del Consiglio, carica che ricoprì dal 1887 al 1891, sostenne la Triplice Alleanza con Germania e Austria in chiave antifrancese e promosse l’espansione coloniale.
Ministro dell’Interno nel Gabinetto De Pretis (1877-1879), quindi Presidente del Consiglio (1887-1891; 1893-1896), perseguì una politica interna rivolta alla repressione del movimento irredentista, alla lotta contro gli anarchici, le organizzazioni operative e contadine e il movimento socialista e una politica estera di intesa con gli Imperi centrali (Triplice Alleanza), di lotta economica con la Francia e di penetrazione coloniale in Africa, iniziata col trattato di Uccialli (1889) e con la formazione della colonia dell’Eritrea mossa dalla volontà di fare dell’Italia una grande potenza mediterranea e coloniale. (1890).
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