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“Liola’ nella sua Agrigento: al Pirandello, applausi ed emozioni”

Il cast di Bellomo si è mostrato vincente. Sul palco anche la grande Anna Malvica 

Sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo al Teatro Pirandello di Agrigento viene rappresentato uno dei capolavori pirandelliani “Liolà “.

Uno spettacolo diretto da Francesco Bellomo che ha visto come protagonista, nei panni dell’irresistibile personaggio creato dallo scrittore siciliano, Giulio Corso, e con la partecipazione di Enrico Guarneri. Sul palcoscenico anche Roberta Giarrusso (Tuzza), Alessandra Ferrara (Mita), Margherita Patti (Zia Gesa), Alessandra Falci (La Moscardina), Sara Baccarini (Luzza), Giorgia Ferrara (Ciuzza), Federica Breci (Nela). Completano il cast Nadia Perciabosco nel ruolo di Zia Ninfa e Anna Malvica in quello di Zia Croce. 

Questa commedia campestre è ambientata in Sicilia e precisamente a Porto Empedocle infatti una volta aperto il sipario possiamo ammirare l’allestimento scenografico nel borgo marinario cioè nel paesaggio della Scala dei Turchi, adiacente alla casa natia di Pirandello.

Giulio Corso rappresenta con abilità e intelligenza il protagonista, un bracciante allegro e prolifico, “Liolà”, seduttore campagnolo che rende madre ogni donna che gli passi accanto, è genuino e innocente, semplice e naturale, caratterizzato da una vitalità istrionica e da una festosa gioia di vivere e da una animalita’ schietta, come attestano le sue spensierate canzoni.

Zio Simone (Enrico Guarneri), anziano balordo e sterile, un benestante commerciante di zolfo, convinto che la moglie Mita (Alessandra Ferrara) non possa dargli un figlio, la ripudia scegliendo l’avida Tuzza (Roberta Giarrusso) che aspetta un figlio da Liolà. L’anziano su sollecitazione del giovane vagabondo, riprenderà nel finale Mita, che, come egli sà, è anche questo figlio di Liola’. La scelta di zio Simone è per la paternità legale invece di quella illegale.

 

In questo modo il simpatico protagonista, che trasgredisce di continuo le regole della morale comune, compie un atto di giustizia, provocando la vendetta di Tuzza. Furibonda per essere stata privata della solida posizione sociale alla quale aspirava (con una revisione registica (Francesco Bellomo) ferisce gravemente Liolà, che poco prima le aveva detto sorridendo che quest’altro figlio si aggiungerà ai tre, crescendo con la madre. Il testo restituisce grazie all’impegno di un cast affiatato, la fragranza e la forza della campagna agrigentina.

Guarneri e la Malvica (Zia Croce) (sabato sostituita da Anna Maria Montalbano) interpretano con grande misura ed equilibrio i ruoli dei due anziani. I rimanenti personaggi: Carmina, detta la Moscardina (Alessandra Falci), Comare Gesa, Zia di Mita, (Margherita Patti), Zia Ninfa, madre di Liolà (Nadia Perciabosco) e tre contadine: Luzza (Sara Baccarini), Ciuzza (Giorgia Ferrara), Nela (Federica Breci), sono resi con bravura dai componenti della compagnia.

In questa commedia di Luigi Pirandello Liolà emerge come l’unico che, nonostante il suo vivere, possiede un suo codice morale e di condotta: non abbandona i figli, tenta di divenire un uomo responsabile con Tuzza e non si piega ai capricci del padrone e della donna. L’ opera rappresenta una Sicilia del secolo scorso, fatta di tradizioni da rispettare e da onore da salvaguardare ma, anche, la brama di ricchezza che induce a tradire quello stesso onore.

Brama di ricchezza che, ognuno dei protagonisti, esplicita in modo diverso: non è solo presente in Tuzza, ma anche nella madre che accetta in silenzio l’accordo e nella stessa Mita, che sceglie di sposare un uomo più grande e che non ama per migliorare la sua condizione di orfana.

Liolà si riscatta e ci induce alla sorpresa: un personaggio inizialmente gretto, diviene l’unico che dimostra una parvenza di morale e orgoglio. Gli attori, principalmente siciliani, sono convincenti nel ruolo interpretato e la cadenza dialettale non particolarmente marcata, consente anche ad un pubblico “nordico” di comprendere l’opera non solo nelle parole ma soprattutto nei gesti e nei toni. Infatti lo spettacolo di circa 2 ore è stato molto apprezzato dalla platea la quale ha applaudito a lungo gli attori prima che scomparissero nel buio del palcoscenico.

A proposito della grande Anna Malvica Bolignari, sentitasi poco bene e sostituita all’ultimo dalla bravissima attrice Rosa Maria Montalbano, è tornata a calcare il palco del Pirandello facendolo “vibrare” grazie alla decisione di Francesco Bellomo di avere tutto il cast al completo in un’ulteriore messa in scena gratuita di Liolà per il pubblico.

Una professionista, definita dai più “mostro sacro del Teatro italiano”. È stata una vera forza della natura. Ha reso il lunedì scorso ancora più spettacolare. È un’artista che conquista il pubblico che l’adora grazie anche alla sua simpatia. La Malvica, unitamente a tutto il meraviglioso staff del Liolà capitanato dal regista Bellomo, ha rappresentato una positiva parentesi di cultura e professionalità.

Alla fine dei saluti si apre  il sipario, con il cast al gran completo che dedicano la commedia teatrale del Liolà a “Virginia Bellomo” e a “Pippo Montalbano” si toglie la musica, si accendono le luci in sala. …un gran bel gesto quello del regista agrigentino Francesco Bellomo.

Al Pirandello, prossimo appuntamento il 4-5 aprile,  arriva al Teatro  la comicità travolgente di Gabriele Cirilli.  Protagonista di un excursus attualissimo, diretto da Claudio Insegno, fra tecnologia e social, “Mi piace … di più”. Divertimento assicurato (e anche riflessioni), Cirilli dipana un racconto a partire dal suo telefonino. Come non ritrovarsi?

 

                                                                                                  di Calogero Longo                                                      

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