Invero il giovane, che attualmente è sottoposto ad altra analoga misura cautelare (arresti domiciliari con braccialetto elettronico), è ritenuto responsabile di furti aggravati con danneggiamento avvenuti in Canicattì nel mese di agosto dello scorso anno.
Nell’ambito dei controlli effettuati dal Commissariato di Canicattì, per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, disposto con D.C.P.M., personale della volante, durante il turno, procedeva all’accertamento amministrativo di un esercizio commerciale per la vendita di prodotti per animali.
Gli Agenti operanti durante il controllo notavano che l’esercizio commerciale era regolarmente aperto per la vendita fuori dall’orario consentito.
All’interno, gli Agenti identificavano il figlio della titolare, che si trovava al negozio per aiutare la madre nella gestione dell’attività, pur non essendo rappresentante.
Pertanto, alla titolare dell’attività, oltre all’art.650 c.p. (inosservanza di un provvedimento dell’Autorità), le veniva contestato anche l’art.8 del TULPS per avere esercitato l’attività di vendita al dettaglio di mangimi mediante rappresentante non autorizzato mentre al figlio, veniva contestato l’art. 4 comma 1 del D.L. 19/2020, essendosi portato in Canicattì, da altra provincia, senza giustificato motivo.