Il procedimento di prevenzione era stato avviato su proposta del Questore di Agrigento nel 2016, allorquando il Questore aveva presentato al Tribunale di Agrigento una richiesta di misura di prevenzione personale e subito dopo un’altra avente ad oggetto una misura di carattere patrimoniale sui beni riconducibili direttamente o indirettamente al proposto.
Il Questore, autorità proponente ai sensi del Codice Antimafia, si è avvalso degli accertamenti eseguiti dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza, in particolare dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, in ordine all’attività economica ed imprenditoriale, alle disponibilità finanziarie e patrimoniali del noto Burgio Giuseppe, che aveva costituito una serie di società operanti nel settore della grande distribuzione alimentare, in questa provincia e in quelle limitrofe.
Successivamente all’avvio di indagini penali da parte del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, all’arresto dell’imprenditore avvenuto nell’ottobre 2016 ed alla sentenza del Maggio 2018, con cui il Tribunale di Agrigento lo condannava alla pena di 8 ANNI di reclusione per reati fallimentari, il Tribunale Sezione M.P., richiedeva al Questore integrazioni ed ulteriori indagini patrimoniali.
Il proposto riportava, inoltre, condanne per i reati di omesso versamento di ritenute fiscali e previdenziali, appropriazione indebita continuata, commercio di prodotti con segni falsi, violazione della normativa fiscale e tributaria
Il linea con i recenti indirizzi giurisprudenziali espressi della Cassazione in tema di misure di prevenzione patrimoniali, sono stati rielaborati i contenuti della proposta, arricchendoli di nuovi elementi, in particolare di quanto emerso anche nel corso del processo penale e poi “perimetrando la pericolosità sociale” del proposto, espressa dagli anni ricompresi tra il 2004 ed il 2017, periodo in cui ricadono una serie di reati lucro-genetici.
Per soddisfare, altresì, l’esigenza di dimostrare la c.d. “correlazione temporale” tra la pericolosità espressa durante gli anni indicati e le condotte illecite, distrattive di ingenti somme di denaro, compiute con una serie di operazioni di “mala gestio” che avevano consentito di accantonare somme e di reinvestirle in operazioni di acquisto di beni e apertura di conti correnti, sono state prese in esame tutte le operazioni compiute in quel perimetro temporale, distinguendole anno per anno, specificandone gli introiti e gli acquisti, ritenuti provento di attività illecita e che ne costituissero il reimpiego.
Le risultanze dell’attività sono state depositate a Marzo 2019, con una proposta integrativa contenente gli apporti della Guardia di Finanza, con la quale si specificava che i beni di cui si richiedeva il sequestro erano frutto del reimpiego della provvista illecita accumulata in quegli anni, mediante la distrazione di somme dal patrimonio delle società GESTAL S.r.l., INGROSS S.r.l., C.D.A. S.p.A. e HO.PA.F.S.r.l., che invece avrebbero dovuto costituire garanzia per i creditori e i terzi.
A carico del proposto, il Tribunale di Agrigento ha espresso un giudizio di pericolosità sociale “qualificata”, in quanto indiziato del reato di intestazione fittizia di beni al fine di agevolare il delitto di riciclaggio. Il BURGIO Giuseppe veniva riconosciuto responsabile della distrazione di rilevanti somme per un totale complessivo di € 11.582.176,55 posta in essere con una serie di atti costituiti da operazioni contabili, giroconti, trasferimenti di cespiti valutari e reali da una società all’altra del gruppo imprenditoriale.
Il Tribunale ha ordinato, pertanto, il sequestro del seguente patrimonio immobiliare e mobiliare:
– n. 5 immobili del valore complessivo, dichiarato agli atti del Registro, di euro 5.247.000,00, ubicati in Agrigento, Porto Empedocle (AG), Palermo e Gela (CL), tutti riconducibili alla HO.pa.f. srl
In particolare:
- appartamento di 12 vani, sito nella via Minerva in Agrigento;
- appartamento di 5 vani, ubicato nella via Minerva in Agrigento;
- complesso immobiliare destinato a centro commerciale, denominato “Le Rondini”, in parte attivo in affitto di ramo di azienda, sito lungo la SS 115, in Porto Empedocle (AG);
- fabbricato incompleto con destinazione a centro commerciale, composto da sola struttura in cemento armato, sito nella via Venezia in Gela (CL), di fronte a quel Commissariato di P.S.;
- appartamento di 2 vani e terrazzo, sito nel Vicolo Morici, 2, in Palermo, zona Ucciardone.
– n. 15 autoveicoli del valore complessivo all’acquisto di euro 198.000,00;
– gioielli e preziosi del valore complessivo di acquisto di euro 21.288,00.
– n. 11 rapporti bancari/assicurativi/di investimento del valore di euro 65.000,00;
Per quanto attiene gli n. 11 rapporti bancari/assicurativi/di investimento sono stati eseguiti i sequestri presso diversi istituti di credito.
Con le attuali rivalutazioni previste dall’Osservatorio del mercato Immobiliare dell’Agenzia del Territorio, il valore attuale del compendio immobiliare raggiunto dalla misura ammonta a circa EURO 8.700.000,00
Il collegio della 2^ Sezione Penale del Tribunale per le Misure di Prevenzione, nel decreto citato del 29/01/2020, ha altresì nominato un Amministratore Giudiziario che con l’assistenza costante del personale della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, si è già immesso nel possesso dei beni.