Ecco l’intervento dei 14 deputati regionali del Movimento 5 Stelle all’ARS per chiarire l’accaduto.
“E’ una notizia falsa- dicono i 14 deputati all’ ARS -, non c’era alcun gruppo M5S a Canicattì, con tanto di portavoce, ora passato con Salvini. Gli unici soggetti autorizzati all’uso del simbolo in provincia di Agrigento sono il deputato regionale Matteo Mangiacavallo e quattro consiglieri comunali eletti durante le amministrative. Chi altri si fregia della bandiera e del nome del Movimento è soltanto un abusivo”.
“Esistono i Meetup – aggiunge Matteo Mangiacavallo – che sono gruppi di lavoro che aderiscono ai principi e al programma del M5S. Ma nessun Meetup può chiamarsi Movimento 5 Stelle, né, tantomeno, può utilizzarne il simbolo senza autorizzazione. E’ oltremodo scorretto citare il M5S, con comunicati stampa e non, per un proprio tornaconto personale”.
“Per prevenire casi come quello di queste ore, in cui l’abuso è plateale – conclude Mangiacavallo – vengono inviate le ‘diffide all’utilizzo del simbolo’. Quelle diffide, però, che sarebbero sacrosante, vengono sempre male interpretate come ‘espulsioni’ e i responsabili degli abusi finiscono per passare per martiri. Per la cronaca, a Canicattì esiste un Meetup denominato ‘Canicattì in Movimento’ e quello non si è ancora sciolto sotto il sole della Padania. Le ‘non notizie’ avranno un appeal giornalistico, ma non ci interessano”.