Inoltre, per maggiore completezza, progettuale e funzionale dovrebbero aggiungersi alla bozza ulteriori dettagli, come ad esempio il tener conto anche del numero del personale e non solo dei posti letto e/o dei Dh o delle mere distanze km riferite in più fasi, adeguando la bozza dapprima con un confronto con il personale presente nei vari bacini e reparti. Notiamo, inoltre, con grande disappunto anche l’assenza di interesse ed attenzione nei confronti del tanto delicato ed importante settore delle emergenze (118), comparto da sempre messo in secondo piano ed il quale ha fondamentale importanza, invece, per la nostra sanità e per la gestione delle emergenze presenti nel territorio. Aggiungiamo ancora che determinati presidi considerati di base, come ad esempio quello di Canicattì, non hanno tutti i criteri che si converrebbero, secondo quelli imposti dalla stessa bozza in questione, per poter essere considerato presidio di base, ossia la presenza di un reparto di ortopedia, auspicando per tale ordine di ragione che possa essere finanziato per essere istituito, in modo da poter garantire ai paesi limitrofi la gestione ed il fronteggiare delle patologie mirate ai problemi osteoarticolari, rivestendo Canicattì centralità di servizio rivolta ai centri limitrofi, tanto da assumere importanza strategica per l’hinterland. Ci preme, inoltre, ricordare, il mancato utilizzo di uno strumento esistente in campo di gestione integrata del personale aziendale sanitario, che altrove viene utilizzato da tempo, ossia un modello che renda omogenei i reparti durante le emergenze, che non sia riconducibile alla mera mobilità interna d’urgenza, ormai prevista entro i 30 km (superati i 10 iniziali e poi pure i 20 ed oltrepassata all’interno della stessa struttura), ma intesa come un modello organizzativo di direzione e sviluppo delle risorse umane come ottica strategico-sistemica, in modo che la struttura possa rispondere alle esigenze di concentrazione egualitaria, affidata a professionisti con conoscenze e capacità specifiche, che rispondano, al contempo anche alle esigenze economiche dell’azienda. In tal senso, ragionando secondo la logica che un dipendente è assunto dalla stessa azienda e non da un reparto specifico o dipartimento, secondo la normativa vigente in materia, può essere spostato in un altro reparto che non ha un sufficiente organico in quel momento preciso ed ha, di contro, parecchi degenti a fronte di un altro reparto che invece ha parecchio personale e pochi degenti; in tal modo si consentirebbero almeno le manovre di Blsd che talvolta non possono essere garantite ed una precipua efficienza e sicurezza. Aggiungeremmo, essendo in vigore tale legge, che venga emanata una circolare, per la sicurezza del lavoratore e dei degenti, affinché venga applicata la legge stessa, pena sanzione per il dirigente. Nella speranza che questa bozza venga ben rivisitata, apportando modifiche di miglioramento utili ad ogni paziente, auguriamo buon lavoro a quanti si appresteranno alla sistemazione del succitato documento”.