A tale ricostruzione gli inquirenti sono giunti grazie al buon esito delle indagini avviate subito dopo aver appreso della morte del ragazzo. Infatti, i militari già nelle primissime fasi individuavano in M.A., lo spacciatore e poi, d’intesa con il P.M. della Procura della Repubblica di Sciacca, ne perquisivano l’abitazione avendo conferma di essere sulla strada buona. Infatti, nel domicilio del giovane venivano trovati eroina, metadone e un bilancino di precisione, evidentemente usato per confezionare le dosi. Ciò che consentiva, però, agli inquirenti di avere definitiva certezza di essere davanti allo spacciatore che aveva ceduto lo stupefacente al ragazzo poi deceduto per overdose, era l’esame del cellulare del M.A.. Dal suo telefono, infatti, era possibile estrapolare uno scambio di conversazioni il cui contenuto inequivocabile faceva comprendere come, almeno sin da giugno di quest’anno e fino al tragico epilogo del 9 novembre, avesse tra i suoi clienti Cusumano Alessio, a cui spacciava vari tipi di droga.
Ora per lui, rinchiuso nel carcere di Sciacca, si attende l’interrogatorio di garanzia del Giudice, sperando che così non solo si possa fare completa luce sulla morte di Cusumano Alessio ma si possa anche capire se questo evento tragico abbia in qualche modo relazione con il decesso dell’altro ragazzo morto per overdose sempre a Ribera in questo triste inizio di novembre.