Verso le 02:00 di venerdì notte un Brigadiere della Compagnia dei Carabinieri di Canicattì, mentre tornava a casa dopo avere svolto il proprio turno di pattuglia, si accorgeva che in via Livatino, nel pieno centro abitato di Canicattì, una vettura di grossa cilindrata con un uomo a bordo spingeva una Lancia Y, guidata da un altro individuo.
Il Sottufficiale si insospettiva e, nonostante fosse da solo ed in inferiorità numerica, decideva di intervenire, si qualificava e tentava di fermare quello strano convoglio, ma le due auto acceleravano improvvisamente e fuggivano, inseguite dal Brigadiere che, nel frattempo, lanciava l’allarme alla Centrale Operativa della Compagnia dei Carabinieri di Canicattì.
Il coraggioso militare riusciva a raggiungere una delle due auto, fermando da solo il conducente, mentre gli Agenti della Polizia di Stato del locale Commissariato, accorsi in aiuto, rintracciavano la seconda auto, il cui occupante, nel disperato tentativo di sottrarsi alle ricerche, si era rifugiato fin sui tetti di un’abitazione della via Monti, dove i poliziotti lo scovavano.
Condotti in Caserma, i fermati venivano identificati in 2 noti pregiudicati di Canicattì, sorpresi a rubare la Lancia Y.
Proprio per questo motivo uno dei due veniva dichiarato in arresto, mentre per l’altro – nei confronti del quale, durante l’ultima mese, il Commissariato di Canicattì aveva già proceduto a ben 5 denunce per reati contro il patrimonio – scattava il deferimento per il concorso nel furto aggravato dell’auto e per la resistenza e le minacce rivolte ai Pubblici Ufficiali.
C.F., messo agli arresti domiciliari, compariva il 20 marzo davanti al Giudice, che convalidava il suo arresto e gli applicava la misura cautelare del divieto di dimora a Canicattì fino al prossimo processo.